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MATERA – Un caso clamoroso come quello del Mulino Alvino e la prospettiva delle prossime comunali. A Matera non si perde tempo. E lo si fa innanzitutto tornando a parlare della struttura alle porte della città.
Nessuna deroga o possibilità di svincolare il Mulino Alvino dalla regole della buona amministrazione. Lo sostiene infatti il consigliere comunale del Pd, Angelo Cotugno che in una nota riapre il caso della struttura all’ingresso della la città che inserisce in «Una brutta pagina dell’urbanistica materana che ha trasformato tutti i vecchi opifici della filiera del bianco o delle arti bianche in residenze.». Il riferimento è legato allo striscione affisso davanti al Mulino, che riporta il logo Matera 2019 e che, scrive ancora Cotugno: «E’ stato predisposto e posizionato per accogliere la commissione che ha visitato la città il 7 ottobre e per segnalare la ripresa dei lavori autorizzata con un nuovo permesso a costruire rilasciato il 30 settembre». Cotugno ricostruisce così i passaggi principali della vicenda: «Lo scambio “riqualificazione Mulino Alvino e delocalizzazioni di volumi residenziali in Via Dante/Via Gravina autorizzati con il permesso a costruire rilasciato l’8 ottobre 2012 è stato contestato da alcuni consiglieri e da alcuni cittadini i quali hanno presentato un ricorso al Tar di Basilicata richiedendo l’annullamento del citato permesso di costruzione.
Il 19 aprile scorso il Tar ha accolto il ricorso ed ha annullato il permesso, ordinando all’autorità amministrativa l’esecuzione della sentenza.
L’impresa insieme all’amministrazione comunale hanno fatto un ricorso al Consiglio di Stato per chiederne la sospensione. Anche questa richiesta non è stata accolta. Il Consiglio di Stato ha invece ribadito con molta chiarezza che la competenza su tale procedura è del consiglio comunale.
Nonostante questi precedenti il dirigente, lo stesso del primo permesso, ha rilasciato un nuovo permesso a costruire ancora una volta senza avvertire la necessità o il dovere di informare o discuterne con gli organi competenti».
Cotugno si sofferma, poi, sulla pubblicazione sull’albo pretorio che avrebbe avuto qualche intoppo: dal 2 al 17 ottobre quel permesso non c’era.
«Ci sono norme, strumenti e obblighi a cui è necessario ancora fare riferimento che vale per la indispensabile riqualificazione del Mulino Alvino il cui progetto dovrà essere discusso e riportato in una convenzione così come per altri progetti importanti». Cotugno fa seguire un elenco particolareggiato che va da L’arca di Prometeo (8,2 milioni) all’Open design school (4,5 milioni), alla banda larga nei Sassi (6 milioni) o al sistema delle cave (3,2 milioni).
Rigore e trasparenza per Cotugno devono essere le linee guida per progettare e realizzare le opere entro il 2019. «Per tutte queste ragioni, la nuova classe dirigente e amministrativa deve prodursi con regole capaci di superare gli ambiti delle filiere, dei salotti e delle famiglie».

a.ciervo@luedi.it

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