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Un uomo di 44 anni è stato arrestato sul posto di lavoro per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e sequestro di persona. E’ una storia brutta che finisce a fin di bene grazie all’intervento di una psicologa, dei Carabinieri e della Procura della Repubblica.
La vittima è una donna di 31 anni che vive ancora con il marito, malgrado sia legalmente separata, a causa di difficoltà economiche e un po’ perché madre di due bambine.
A scatenare la furia dell’uomo sono alcune fotografie che la donna ha ‘postato’ sul proprio social network. Lei cerca di spiegare ma l’uomo non le crede, e con la forza la spinge fuori di casa e la obbliga a salire in macchina. La conduce nella zona del belvedere e qui la lega al sedile dell’automobile con del nastro adesivo da imballaggio: le immobilizza gambe e braccia e la imbavaglia con il nastro quasi a soffocarla. Poi l’uomo scende dalla macchina, che lascia con il motore acceso, e la spinge verso il precipizio della gravina, fermando l’auto solo a pochi metri dal dirupo».
Un escalation di maltrattamenti che si blocca per fortuna prima che la situazione degeneri ma che terrorizza di fatto la donna.
«Risalito in macchina, innesta la retromarcia e si allontana dal burrone. “Ora hai visto di che cosa sono capace!”, grida ad Angela, e, una volta liberatala dai legami, per le successive tre ore la percuote con calci e pugni».
Poche ore dopo la coppia va da una psicologa, un appuntamento preso tempo prima con l’ex marito che però rimane all’esterno sicuro che non verrà denunciato.
Invece la donna è forte, più forte di quanto lei stessa immagini, ed appena sola con l’operatrice sociale, nonostante sia spaventata, capisce di potersi fidare e racconta alla psicologa la sua storia. L’intervento dei Carabinieri della Stazione di Matera, allertati dalla Comunità, è immediato. Viene accompagnata all’ospedale e medicata: ha diverse ecchimosi ma si rimetterà in salute in pochi giorni. I militari raccolgono le deposizioni e le prove del caso e subito riferiscono alla Procura di Matera. L’azione dell’Autorità Giudiziaria è rapida ed il Giudice emette un ordine di custodia cautelare: quell’uomo deve finire in carcere.

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