X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

LAGONEGRO – Il sostituto Procuratore della Repubblica di Lagonegro Francesco Greco ha notificato otto avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti esponenti politici e tecnici della amministrazione Di Trani, che ha guidato il comune di Maratea nella passata consiliatura prima che fosse eletto, nella primavera scorsa, l’attuale sindaco Domenico Cipolla. Tra gli indagati spicca il nome eccellente dell’ex primo cittadino Mario Di Trani, insieme a quelli di Biagio Schettino, Giovanni Rizzuti Limongi, Lorenzo Carluccio, Ciro Sabia e Iolanda Fontana; oltre a Biagio Belvedere – che faceva parte dell’ex maggioranza e oggi si trova all’opposizione – e al responsabile del settore finanziario dell’ente tuttora in carica Gianni Rijillo. Tutti sono difesi dall’avvocato Pierluigi Ferrara di Lagonegro e sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio continuato ed in concorso, secondo il disposto degli articoli 81, 110 e 323 del codice di procedura penale. Da quanto si apprende dalla notifica della Procura sarebbero responsabili della «esecuzione in tempi diversi di un medesimo disegno criminoso in qualità di componenti della Giunta di Maratea». Di Trani, Schettino, Belvedere, Limongi e Carluccio «in data 06/03/14, con l’atto n. 17, deliberavano di approvare una proposta di accordo transattivo tra l’Amministrazione Comunale di Maratea e la “Frame produzioni cinematografiche” di Gianfranco Di Bella, che per l’assenza di un contratto o di un ordinativo preventivo risultava privo di utilità e convenienza per la pubblica amministrazione, procurando al solo privato un ingiusto vantaggio patrimoniale concretizzato nel percepimento di somme di denaro di importo non preventivamente pattuito e provocando un corrispondente danno patrimoniale all’amministrazione pubblica». Ancora, Ciro Sabia in qualità di revisore dei conti, Iolanda Fontana come responsabile del settore amministrativo e Gianni Rijillo nelle vesti di funzionario del settore finanziario si sarebbero resi responsabili, attraverso atti e pareri di regolarità contabile, della emissione del mandato di pagamento in favore del Di Bella, a fronte «di una proposta di transazione priva di utilità e convenienza per l’amministrazione e ad esclusivo vantaggio del privato, in assenza di un impegno contabile registrato in bilancio e quindi privo della relativa copertura finanziaria; così da costituire una palese violazione del primo comma del Dlgs 267/2000, che prevede il riconoscimento di legittimità da parte dell’organo consiliare». Secondo quanto previsto dall’art. 415 bis del codice penale tutti gli indagati hanno la facoltà di produrre, entro il limite temporale di 20 giorni, documenti e memorie difensive o di presentarsi in Procura per chiedere di rilasciare dichiarazioni spontanee o di essere sottoposti ad interrogatorio da parte degli inquirenti.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE