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RIONERO – All’insegna dello slogan “La scuola statale è un patrimonio nazionale da difendere” gli insegnanti di Rionero e del comprensorio del Vulture Melfese, aderendo alla protesta nazionale contro il Ddl del presidente del Governo Renzi, si sono dati appuntamento nella centrale piazza Fortunato dove, a partire dalle 20.30 , hanno dato vita a un “Flash mob”, per chiedere il ritiro del Disegno di legge sulla “Riforma della scuola”.
Lo scopo del “flash mob” – che ha visto i numerosi docenti presenti immobili, vestiti di nero e con un lumino rosso cimiteriale – è stato quello di suscitare coinvolgimento emozionale e partecipazione dell’opinione pubblica sulla lenta agonia della scuola statale.
«La nostra protesta – hanno sottolineato – aveva come obiettivo quello di ribadire che la scuola statale è un patrimonio nazionale da difendere e per chiedere con un messaggio chiaro e univoco che questa riforma dannosa e anticostituzionale non deve passare».
In un documento, elaborato dai docenti dell’Istituto comprensivo “Ex circolo didattico”, inviato al ministero della Pubblica istruzione è stato ribadito un consapevole e fermo dissenso contro l’impianto del Ddl ritenendo che «le scuole italiane si trasformerebbero in vere e proprie aziende dove un preside/manager/padrone avrebbe ogni potere, compreso quello di scegliere la propria squadra, assumendo e licenziando i docenti ogni tre anni a sua completa discrezionalità innescando di certo rapporti clientelari e abuso d’ufficio». Gli insegnanti ritengono particolarmente inaccettabile: l’aumento dei poteri del dirigente che scardina i principi della democrazia scolastica fondata sul pluralismo e sulla libertà di insegnamento, ponendo il personale in un rapporto di sudditanza; lo svilimento degli organi collegiali che saranno solo “sentiti” dal Dirigente scolastico in particolare il collegio dei docenti non avrà più potere decisionale sull’offerta formativa della scuola; l’ingresso dei privati n che mina l’unitarietà del sistema scolastico statale e scardina il concetto di Scuola come luogo di produzione di un sapere disinteressato; l’introduzione di un sistema competitivo basato sul “merito”; l’equiparazione della scuola pubblica con quella privata. I docenti nel contempo rivendicano la qualità della scuola italiana, nei confronti di quella degli altri Paesi europei.
Gli insegnanti, infine, considerano: «oltraggioso per la dignità dei docenti la proposta contenuta nel “Piano scuola”, un vergognoso tentativo di mascherare il ritorno del disegno di legge Aprea/Ghizzoni (già sonoramente bocciato dalle mobilitazioni dei docenti, dei genitori e degli studenti nel 2008 e 2012).

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