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QUELLO che leggete qui sotto è un divertissement giornalistico pensato in concomitanza con l’inaugurazione dell’Expo milanese. Ma letto in filigrana – soprattutto nel box riportante una riflessione agrodolce che sembra scritta oggi, se non fosse per la mancanza del petrolio nell’affascinato elenco dei tesori della Basilicata – racconta molto anche del presente: non tanto per la ciclicità degli eventi storici e atmosferici (i terremoti, il passato florido di una Magna Graecia che prima o poi potrebbe tornare) bensì per l’attualità di un’analisi vecchia 110 anni eppure calzante come poche. Le vie di comunicazione «aspre», i mezzi di trasporto che «spesso mancano o sono incomodi e inadatti», le ferrovie «rare», l’«emigrazione disastrosa» e insomma una vita che «nonostante la proverbiale e veramente cordiale ospitalità degli abitanti, è poco comoda e poco gradevole». Dall’8 al 23 la Basilicata, quella del 2015, si mostrerà al mondo, nuovamente da una vetrina milanese. Ai posteri il racconto di cosa è stato e cosa avrebbe potuto essere. (eu.f.)

dal nostro inviato nel 1906

MILANO – Qui a Milano, il chiosco della Basilicata sta raccogliendo consensi. Collocato in viale dei Platani, località Piazza d’Armi, vicino a Porta Domodossola, è stato costruito dal Commissariato civile coll’aiuto di molti produttori locali ed è destinato esclusivamente alla vendita dei prodotti lucani. L’esercizio del chiosco è affidato a una nota ditta di Milano, che sta facendo il suo meglio per la buona riuscita dell’intrapresa, ostacolata dalle difficoltà derivanti dalla stagione poco propizia e dalla forte concorrenza di altre imprese consimili nell’interno dell’Esposizione. Ciò nonostante, superate le varie difficoltà, l’impresa nelle sue intenzioni e proporzioni modeste può dirsi riuscita ed il gran pubblico, che ha fatto ad essa buon viso, sa dove può con poca spesa assaggiare i genuini prodotti agrari della Basilicata.
Un successo sancito anche dalle distinzioni onorifiche tributate dalla giuria internazionale alle mostre collettive della regione: per i vini il Gran premio, ovverosia la massima onorificenza, per grani e cereali il gran diploma d’onore, come per i legumi, le lane gentili e l’olio d’oliva. Medaglia d’oro per le acque minerali e per la Mostra della Previdenza della Società operaia cooperativa di Rionero cui si è affiancata, in un primo e lodevole tentativo di cooperazione in Basilicata, la fiorente Banca di Pescopagano fondata e diretta dal Cav. Fabrizio Laviano; d’argento per formaggi e latticini e di bronzo per i liquori. Ai singoli espositori sono state assegnate poi le seguenti onorificenze: 1 gran opremio, 1 gran diploma d’onore, 10 medaglie d’oro, 20 d’argento e 25 di bronzo; 20, infine, le menzioni onorevoli.
Il giusto riconoscimento dopo i tentativi fatti per risollevare le sorti di questa regione, per favorirne il risorgimento economico, agricolo ed industriale. Un desiderio generale di miglioramento, più o meno precisamente avvertito, più o meno chiaramente espresso, è sorto in tutta la popolazione lucana. Il malcontento è causa di ogni progresso. Quando si pensa che le condizioni insopportabili potrebbero divenire migliori si è già realizzato un passo importante sulla via del progresso. Tra cento anni questa terra saprà raccogliere i suoi frutti!

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