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LA BASILICATA ha sempre sentito il bisogno di narrarsi. Se l’arcipelago della stampa quotidiana ha risentito, negli anni, di un ibridismo dettato dagli scarsi indici di lettura e dalla “colonizzazione” dalle regioni confinanti a est e ovest, le pubblicazioni partorite dalle migliori menti dei potentini e dei materani nel XX secolo creano un vero e proprio fondo che Pantaleone Sergi ha ben documentato nel suo imprescindibile “Storia del giornalismo in Basilicata” (Laterza 2010). In pieni Anni Dieci si colloca la nascita della rivista Decanter, che nel 2013 ha compiuto dieci anni, di cui ora traccia un bilancio in un cd doppio CalicEditore (13 euro): più che d’una (auto)celebrazione, si tratta di un osservatorio della società lucana, non solo a sinistra, area di riferimento per stessa ammissione della rivista-laboratorio nella sua mission intellettuale. L’operazione del decennale di Decanter è quanto mai utile in ottica di analisi ex post di cosa è successo e di previsione su cosa potrebbe succedere nel prossimo decennio. «La politica e la società sono attraversate da un’ormai lunga fase involutiva – si legge nella presentazione del doppio cd –. I promotori di Decanter erano animati dalla convinzione che il concentrarsi in quel 2004 di lotte sociali e democratiche segnate da grandi mobilitazioni di popolo (come la vertenza dei 21 giorni alla Fiat di Melfi, la lotta contro il cimitero di scorie di Scanzano e anche la mobilitazione di Rapolla per un diverso tracciato dell’elettrodotto a alta tensione Matera-Santa Sofia) potessero invertire il rapporto tra “governanti” e “governati” in una regione per tanti versi centrale per la condizione di tutto il Mezzogiorno». E qui scattano i primi consuntivi: «Oggi – dalla rinnovata missione industriale della Fiat di Melfi, a Matera capitale della cultura europea, alla battaglia sulle estrazioni petrolifere – altre sfide di pari portata sono in campo. La ricerca decennale di Decanter sul nesso tra esperienza regionale e dimensione nazionale (nella politica, nella cultura e nell’azione sociale) costituisce un giacimento di esperienze e di elaborazione da cui non può prescindere chi intende contrastare la crisi in atto e invertire la rotta».In dieci anni i cicli possono esaurirsi e rinascere come nel caso del distretto del salotto materano, in dieci anni brand secolari come Fiat possono americanizzarsi in Fca con tutto il seguito di delocalizzazione, mentre il petrolio continua a trainare economie e dissensi e il Pd implode – il caso del partito bifronte che sta animando le amministrative di Matera ne è un esempio – mentre s’interroga sulle ricadute locali di un correntismo romano rianimatosi attorno alla battaglia sull’Italicum, in cui due deputati lucani affilano armi più o meno spuntate ma in ogni caso con indiscusso protagonismo. Ecco, aggiornare i temi di dibattito, come Decanter stimola a fare, è importante tanto più nella società e nella comunicazione liquida dei 140 caratteri e nella scomparsa della memoria – anche breve. Nei numeri raccolti nel primo dei due cd (il secondo contiene il bel documentario di Vito Riviello su Potenza “Città tra paesi” con montaggio di Claudio Lanteri, musiche di Amedeo Somma e liriche interpretate da Pio Baldinelli) questo «giacimento» di parole si mostra in tutta la sua forza: un compendio di lucanità tra macro e micro-storie in un approccio mai da accademia polverosa ma da sincero simposio tra pari. La scelta di pubblicare i nomi degli “Amici di Decanter” in seconda pagina va proprio in questa direzione: sentirsi comunità libera e pensante e mostrarsi come tale aprendosi all’esterno. La rivista vuole svecchiare il panorama informativo già dalla scelta del nome – mutuato dal lessico enologico ma ben applicato ai pensieri da far decantare onde evitare a conclusioni affrettate e ubriacanti-ubriacate – e nella grafica della testata, tutta in minuscolo come a non voler prendersi troppo sul serio. Indicativa anche la scelta delle sezioni: il primato a Politica e società, ma poi ecco i racconti e la cultura. Molte aperture al lessico e ai linguaggi giovanili nello sfoglio che in un quotidiano si chiamerebbe leggero, ma poi arriva la forza delle idee e l’impatto delle firme oltre che dei contenuti.
Si va dalle lungimiranti analisi di Paolo Cacciari sul fenomeno Lega Nord a quelle di Emmanuele Curti su Matera, dalle incursioni di Nuccio Iovene e Mimmo Rizzuti su sinistra e movimenti agli interventi del compianto conterraneo Mario Alcaro che, al di là del Pollino, animò l’esperienza simile di Ora Locale (anche in questo caso resta un cofanetto, edito da Rubbettino); e poi gli interventi di Tonino Perna e Ulderico Pesce, sempre sul crinale del confine tra due regioni, Calabria e Basilicata, in continuo e fecondo dialogo: se il primo numero si apriva con gli “operai di Melfi alla riscossa” (e una puntuale riflessione di Piero Di Siena sulla questione meridionale), nel 2010 l’ambientalismo sconfinerà a sud con il “mostro del Pollino” rappresentato dalla Centrale del Mercure.
Anna Maria Riviello riflette su “Caso Claps e poteri forti” nel primo numero del 2010, Maria Pia Fusco, prima firma di cinema a Repubblica, ricorda gli esordi a piazza Indipendenza nel 1980 sotto le direttive del grande potentino Orazio Gavioli (numero 3/2010), Umberto Ranieri si produce su meridionalismo comunista (n.1-2/2007) e Nitti (3/2008) mentre Giovanni Russo ammonisce sui “Cervelli risorsa immateriale del Sud” (3-4/2006), altro tema tristemente attuale.
In dieci anni si può dire onorato l’obiettivo di «rivitalizzare i tradizionali luoghi della politica e sperimentarne di nuovi – come si legge nell’editoriale di benvenuto –, far uscire la politica dal recinto della gestione e della mediazione fine a se stessa, produrre una nuova ‘mission’ che senza costruire fughe dal presente si confronti col futuro a partire dai valori e dai progetti, trasformando quella attenzione e voglia di partecipazione espressa nella vicenda Scanzano in un progetto politico e sociale di alto profilo. Una ricerca di cui con questa nostra rivista vogliamo semplicemente, e modestamente, essere parte». Prosit, e cento di questi numeri.

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