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POTENZA – LA notizia è arrivata nella tarda serata di ieri, quando era già tutto pronto per il sit in annunciato dai sindacati per la mattinata di oggi.
Finalmente, uno spiraglio di luce per i più di 2.000 lavoratori: il ministro dell’Economia Padoan ha firmato il decreto per pagare gli ammortizzatori in deroga per tutto il 2014.
Da aprile scorso i lavoratori, rimasti senza lavoro (dopo la chiusura della realtà produttive in cui erano impiegati) e senza reddito, andavano avanti senza percepire alcuna forma di sostegno al reddito.
Era in programma proprio per oggi il presidio che Cgil, Cisl e Uil avevano organizzato davanti alla Prefettura di Potenza, per chiedere al prefetto, Antonio D’Acunto un incontro in cui per illustrare la drammatica situazione e sollecitare il Governo a pagare le spettanze arretrate. A dare notizia della positiva risoluzione i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Summa, Falotico e Vaccaro, che così hanno commentato: « È una notizia importante che dà un po’ di respiro a questi lavoratori e alle loro famiglie, stremate da un anno di totale assenza di reddito. È positivo inoltre che il governo abbia destinato le maggiori risorse al Mezzogiorno, l’area del paese che ha subito maggiormente gli effetti della crisi e della deindustrializzazione».
Anche il deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico, aveva presentato un’interrogazione al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Poletti, denunciando la situazione di drammaticità in cui versano i lavoratori in questione.
Il decreto sulla abolizione degli ammortizzatori in deroga che ha destinato 32 milioni di euro alla Basilicata per la corresponsione delle indennità a tutto dicembre 2014 non è ancora operativo, aveva scritto il deputato nel testo. Mettendo in evidenza che gli ex dipendenti di aziende fallite, che hanno una età compresa tra i 45 e i 60 anni, non hanno ricevuto alcun emolumento dall’aprile 2014. Le scadenze delle mobilità, a seconda dei casi, hanno riguardato agosto e ottobre 2014. Una situazione drammatica che finalmente ieri ha avuto un epilogo positivo. Per adesso possono tirare un sospiro di sollievo, almeno dal punto di vista del sostegno al reddito. E le speranze per un reinserimento lavorativo, rimangono ora legate alla misura della Regione del reddito minimo d’inserimento che non è stato ancora varato in via definitiva. I sindacati chiedono che si possa procedere al più presto a sostegno della famiglie più deboli della regione.

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