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SE i dati relativi all’occupazione a livello nazionale sono positivi e indicano una certa tendenza alla ripresa, dopo a anni di dura crisi, è il trend negativo relativo al tasso di impiego dei giovani a preoccupare il sindacato. L’allarme arriva dal segretario regionale della Cgil di Basilicata, Angelo Summa, che spiega: «Vista la massiccia dose di incentivi, comunque, il dato dell’11,9 per cento sul tasso di disoccupazione aggregato non risulta un buon risultato».
Cifre che emergono dall’ultima rilevazione Istat, pubblicata nei giorni scorsi, che mostra una flessione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti rispetto ad agosto 2014. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 5%, con 162mila persone in meno in cerca di lavoro.
Torna ad aumentare invece la disoccupazione giovanile, che arriva ad agosto al 40,7 per cento (+0, 3 per cento rispetto a luglio), restando comunque sotto il dato di agosto 2014 (-2,3 punti). Gli under 25 disoccupati sono 631mila, 13mila in più rispetto al mese precedente.
Un dato da cui emerge un quadro ancora negativo sulla disoccupazione giovanile che – secondo il segretario regionale della Cgil – sottolinea «la scarsa propensione delle imprese ad investire sul futuro».
«Se il governo vuole che questo dato si riveli davvero strutturato – continua Angelo Summa – deve mettere in legge di stabilità incentivi sull’occupazione aggiuntiva per le imprese che investono, vincolandoli all’innovazione e prevedendo la loro restituzione in caso di licenziamento di quel lavoratore prima dei tre anni».
L’intervento del segretario del sindacato maggiormente critico della riforma del lavoro voluta dal Governo Renzi, torna a sottolineare gli aspetti negativi del Jobs Act: «Nel modo in cui è stato pensato – spiega il segretario nella nota stampa – costituisce un regalo in più all’impresa, che assumerà con gli incentivi risparmiando il 30 per cento del costo del lavoro per tre anni, potendo però licenziare liberamente anche senza giusta causa. Quindi, è comprensibile che le imprese esultino, ma i lavoratori sanno che hanno perso ancora una volta dei diritti fondamentali».

m.labanca@luedi.it

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