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MATERA – «Su Fareverde voglio ripristinare la verità. E’ un caso che nasce in maggioranza, questi sono i messaggi sul gruppo di maggioranza: “Ho letto la replica di Amenta forse è il caso che risponda anche di fare verde”. Lo scrive Rocco Buccico. Il giorno dopo esce il caso di fareverde». Pasquale Di Lorenzo scende in campo personalmente sul “caso” fareverde e sulla delibera di assegnazione, in custodia, di un immobile nei Sassi di Matera e lo fa a tutto campo tirando fuori il caso politico e rispondendo nello specifico a quanto avvenuto: «non ci sono irregolarità formali, non c’è l’assegnazione nè la titolarità di una nuova sede ma solo una custodia di un bene. Tra l’altro grauita. Non c’è alcun interesse a fare tutto questo. Nessun vantaggio. Delibera sospesa? Succede solo perchè due consiglieri, uno dei quali Buccico, vanno dal sindaco a chiedergli di bloccarla e questi sono i risultati».
Di Lorenzo chiarisce il suo punto di vista: «L’origine di questa questione è evidentemente interna alla maggioranza, c’è un problema che viene fuori, si tratta di una campagna indegna e io voglio difendere con le unghie questi ragazzi che sono ragazzi puliti. La mail per la consegna delle tessere? Un errore, un’ingenuità. Ma una cosa è sbagliare, commettere un errore anche grave ed una cosa diversa è essere in cattiva fede o avere interessi che non ci sono. Noi non abbiamo consiglieri o assessori con parenti costrutotori, consiglieri che fanno progettazione o ricandidabili a imprese o palazzinari. Sono problemi di altri che oggi si ergono in questa vicenda». Poi l’affondo diretto verso Adduce: «è la favola di cappuccetto rosso, il lupo che si traveste da nonnina innocente e che parla a noi di commistioni e interessi. Devo solo ricordare a Salvatore Adduce che anche sul bilancio di cui tanto parla, magari anche lì con qualche ingenuità, ma siamo stati noi a trovare 3,5 milioni di euro che mancavano nei conti dell’Amministrazione lasciati da Adduce. Abbiamo tappato noi quei buchi».
Di Lorenzo entra anche nello specifico della questione dell’immobile di rione Pianelle nei Sassi che risulta tra i beni sequestrati alla mafia. «Quell’immobile fa parte di una serie di cespiti, due di questi sono stati dati con questo verbale di consegna che ho con me all’allora tesoriere dell’Associazione Tolbà, nel 2005 e sono oggi la sede, così come risulta dal sito nazionale di Legambiente, del circolo materano di Legambiente. In questo caso le Amministrazioni che si sono succedute tra cui anche, in cinque anni, quella di Adduce non si sono preoccupate del fatto che si dovesse fare il bando visto che, come si legge in questo verbale del 23 marzo 2005, “nelle more del perfezionamento dell’assegnazione” vengono consegnati all’associazione questi locali.
Oggi», continua Di Lorenzo nella sua ricostruzione, «per una custodia semplice si alza questo polverone quando dal 2005 quel bando non c’è mai stato. Oggi non c’è alcun interesse, la delibera è chiara. C’è solo una custodia di un bene, non un utilizzo e per un periodo limitato non oltre i nove mesi. La custodia che di solito non è gratuita è diversa dalla consegna temporanea del bene. Non si può utilizzare solo deternerlo ed evitare che ci siano danni.
Amenta presente in quella giunta? Amenta è presente ma non fa parte dell’associazione, non ha alcun tipo di incompatibilità normativa ma nemmeno etica perchè non c’è alcun vantaggio di alcun tipo in questa storia. La mail e il ritiro delle tessere? Quello è l’errore, l’ingenuità o come la vogliamo chiamare ma è cosa ben diversa dall’interesse o dalla malafede e questo mi preme sottolineare cioè che difendo ragazzi puliti».
A titolo di cronaca e per dovere di completezza (in attesa magari di ulteriori chiarimenti oggi) recuperiamo un post su facebook su quell’immobile di rione Pianelle di Pio Acito vicepresidente regionale di Legambiente: «Una parte di quell’immobile fu assegnata ed è regolarmente utilizzata da una associazione di protezione civile, fondata nel 1993,. L’assegnazione venne deliberata in sede di conferenza di servizi in Prefettura nell’anno 2003.
La parte residua ed attualmente non utilizzata potrebbe essere assegnata seguendo le procedure in vigore oggi».

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