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POTENZA – L’ex dg avrebbe saputo del suo defenestramento il 30 novembre, da una succinta telefonata dell’assessore regionale all’Ambiente, seguita solo da silenzi «fragorosi». Quanto ai faldoni «rubati» dagli uffici dell’Arpab preannuncia lui stesso una ulteriore denuncia. Perché tra questi vi sarebbero dei «documenti personali». Così andrebbero considerate le richieste di rimborso spese di cui ha parlato il suo successore.

Ha deciso di rompere il silenzio Aldo Schiassi, l’ex direttore generale dell’Agenzia regionale dell’ambiente, “licenziato” dalla giunta regionale meno di 3 settimane fa.

Per farlo ha inviato una nota al presidente della Regione, al dirigente dell’ufficio di presidenza della giunta regionale, al nuovo dg dell’Arpab e per conoscenza agli organi di stampa a firma di due legali, gli avvocati Luciano Petrullo e Cinzia Pasquale.

Schiassi riferisce di aver saputo dalla stampa dei tentativi del suo successore, Edmondo Iannicelli, di convocarlo a Potenza sia telefonicamente che tramite un «invito presso la sede di residenza anagrafica comunicata dallo stesso». Fino alla presa d’atto del «mancato passaggio di consegne» consacrata in una delibera della scorsa settimana.

«Spiace rilevare – spiegano i due legali – che dette circostanze non corrispondano al vero e ne è obbligo un chiarimento». Falso, quindi, che Schiassi «risulterebbe irreperibile ed inottemperante alla consegna delle attività al neo nominato direttore generale dell’Agenzia». Perché dell’incarico a Iannicelli «il dottor Schiassi ha conoscenza a seguito di una telefonata, ricevuta intorno alle 18.00 del 30 novembre scorso, da parte dell’assessore Berlinguer che in quel frangente si trovava in Toscana». Ma lo stesso assessore non sarebbe stato «in grado di fornire ulteriori indicazioni neppure riguardo il nominativo del nuovo incaricato. Da allora nulla più».

«Non si ha timore di essere smentiti», insistono gli avvocati. Convinti di «di riuscire a dimostrare che alcuna nota e/o documento ufficiale siano mai stati a lui indirizzati al fine di comunicare la risoluzione del contratto di lavoro o semplicemente notiziarlo dell’accaduto. Alcuna comunicazione per vie brevi, telefono – e-mail – pec, è stata sollecitata essendo tutti recapiti ben noti come, del resto, il suo indirizzo di residenza, come della sua dimora».

«Al contrario, è oltremodo chiaro al nostro assistito  – prosegue la nota – che il dovere di un buon amministratore pubblico al termine di un incarico è quello di offrire una puntuale relazione delle attività compiute, nella vulgata definito “passaggio di  consegne”. Trasmissione tempestivamente effettuata già in data 2 dicembre 2015, nonostante i fragorosi silenzi, con inoltro ufficiale della stessa relazione al presidente della Giunta regionale ed all’Organismo di valutazione. In definitiva, sono sconosciute al dottor Schiassi modalità di esercizio della funzione pubblica che esulino da atti formali, gli unici con i quali si interloquisce tra organi. La stessa dichiarata “irreperibilità”, così come rilevata sugli organi di stampa, a meno di non sfociare in un puro sentito dire, può e deve essere valutata unicamente con riguardo agli atti amministrativi posti o meno in essere. Con tutte le conseguenze da ciò derivanti».

Sul «furti, anche con scasso» denunciati da Iannicelli i due legali affermano che «non senza stupore si apprende, però, che in questa totale nebulosa vi è una certezza: tra i documenti rubati ci sarebbero le richieste di rimborso spese avanzate dal nostro assistito. In merito, trattandosi di documenti personali del dottor Schiassi, ci riserviamo sin d’ora di valutare la possibilità di unirsi alla denuncia che pare essere già stata formulata al fine di tutelare i diritti e la privacy del nostro cliente».

Quindi invitano la Regione e l’Arpa a rivolgersi direttamente a loro per ulteriori comunicazioni «in maniera da evitare anche che si pensi ad una volontà di sottrarsi a qualsivoglia confronto, sempre se ad oggi sollecitato e, in caso affermativo, chissà come».

l.amato@luedi.it

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