X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

MATERA – Una proroga della commessa per soli 90 giorni, nei quali saranno decisivi altri incontri, una probabile riduzione dei volumi e un possibile nuovo imprenditore che deciderà di investire su Matera, restando inconfutabile la scelta «per ragioni legate alla natura etica», di rinunciare alle prestazioni della società Datacontact.

Sono queste, in massima sintesi, le scelte comunicate da Telecom Italia Spa nella riunione convocata nel pomeriggio di ieri in Prefettura, per chiarire la vertenza di circa 400 lavoratori, che rischiano il posto di lavoro e l’estromissione dal mondo del lavoro (tra l’altro con pochi spiragli per mobilità o altri interventi inerenti la natura previdenziale). A metà gennaio, intanto, le parti hanno fissato un nuovo incontro dal Prefetto, Antonia Bellomo, per chiarire gli scenari futuri, considerando che proprio Telecom, attraverso i suoi interlocutori, presenti e in collegamento telefonico (Di Bartolomei e Uricchio, con al telefono l’avvocato Montella e il dirigente Capogrosso) ha annunciato la volontà di non abbandonare il territorio, con molti dubbi sulla esecuzione di queste volontà.

Tante le problematiche sorte, ma soprattutto tanta la confusione proprio tra i dirigenti del colosso della telefonia mobile e fissa, con diverse interpretazioni del caso e una verità, maturata già a discorso inoltrato (l’incontro in Prefettura è durato circa 3 ore). La Telecom vorrebbe dare a Datacontact, in accordo con la Regione, la possibilità di non lasciare per strada i lavoratori, ma ha già provveduto a rimodulare le circa 400 mila chiamate al mese che riceve Matera, dispiegandole per altri call center, riducendo, in questo periodo, a circa 200 mila chiamate al mese la commessa in proroga.

Intanto, 400 famiglie vivranno ancora per tre mesi circa nella speranza di un passo indietro da parte di Telecom, che appiglia la propria decisione sulla condanna ricevuta da un ex amministratore dell’azienda, attualmente non più parte del Cda, almeno dal giugno scorso, come ha ricordato la vice presidente di Datacontact, Laura Tosto. Presenti al tavolo diversi rappresentanti sindacali locali, regionali e nazionali di Ugl, Cgil, Cisl e Uil, ma anche i vertici dell’azienda, i legali, la Regione rappresentata dall’assessore Braia, l’avvocato Vito Marsico del dipartimento presidenza della Regione Basilicata, e anche i parlamentari lucani Antezza e Latronico e il pugliese Vico.

Nel finale, il Prefetto ha definito «Una presa in giro» quello della Telecom, per «un’azienda che parla quattro lingue diverse». Un tavolo divenuto sempre più acceso, dove i sindacati e anche Luca Braia hanno fatto sentire la propria voce. Per ora l’accordo resta fissato nei 90 giorni pattuiti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE