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Un'aula scolastica vuota

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«QUALI interventi sono stati messi in campo? Cosa è cambiato rispetto a prima? Niente, per cui la preoccupazione non è infondata». Gli interrogativi rilanciati ieri dalla Uil Scuola dopo il vertice romano al ministero si attagliano benissimo alla situazione lucana.

Sono preoccupazioni comuni alla Cgil Basilicata, ora che si avvicina quel lunedì 26 aprile segnato sul calendario del nuovo decreto per disporre il ritorno in presenza per tutti in zona gialla e arancione (fino alla terza media e almeno al 50% alle superiori in zona rossa): «L’apertura delle scuole dal 26 aprile sia l’occasione per programmare gli interventi fondamentali a garantire la ripresa in piena sicurezza – afferma il segretario generale Cgil lucana Angelo Summa –, affrontando da subito il nodo trasporto pubblico locale e consentendo l’operatività dei servizi scolastici nel rispetto delle norme vigenti in tema dei limiti delle presenze a bordo».

Per Summa si deve organizzare la sanificazione in tutti gli istituti scolastici lucani «e una continua e programmata campagna di screening». Al governo regionale l’invito «a procedere in tutta velocità nel completamento della campagna vaccinale dedicata al personale scolastico». Su trasporti, presìdi sanitari nelle scuole e tracciamenti, Summa segnala «criticità» e «interventi insufficienti o semplicemente omessi. Ciò implica che l’ingresso degli studenti nelle scuole avviene con un elevato grado di incertezza su eventuali contagiati, ancor più se asintomatici.

In questa situazione le aule scolastiche, proprio per il numero di soggetti presenti, possono diventare luoghi di diffusione del contagio che può avere conseguenze gravi nell’intero corpo sociale. Ecco perché – conclude Summa – il governo regionale dovrebbe predisporre un monitoraggio costante prima e durante la riapertura, assumendo anche personale ad hoc per effettuare tamponi e tracciamento. Occorre intervenire sul protocollo per la sicurezza che risale ormai ad agosto, quando il quadro epidemiologico era completamente diverso».

Proprio sui rischi legati ad aule troppo anguste richiamano l’attenzione i dirigenti scolastici: per Domenico Gravante, presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi, «la situazione è sullo stesso piano di quella nazionale. Come ha già esposto il nostro presidente nazionale Antonello Giannelli, i problemi che si sono presentati a ottobre per gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, quando siamo passati alla frequenza a metà, sono rimasti irrisolti. Parliamo di trasporti, capienza delle aule e distanza tra gli studenti.

Non è garantita la frequenza al cento per cento nelle scuole in cui la capienza non consente la distanza – spiega all’Adnkronos il presidente dell’Anp Basilicata –, come ho sentito da alcuni colleghi con cui abbiamo parlato della questione. Le regole non sono cambiate rispetto a quelle dell’estate, la distanza deve essere almeno di un metro e questa in molti casi non è assolutamente possibile. Pertanto in queste situazioni una parte degli studenti resterà in didattica digitale integrata, sicuramente ci sono dei casi in cui la frequenza non potrà superare il 75%».

Interrogativi “dal di dentro” (Gravante è preside dell’Iis “Einstein – De Lorenzo” di Potenza) che si sommano alle domande della Uil Scuola: «Ci sono risorse» – si parla di 390 milioni per potenziare i trasporti – ma «vanno aggiornati i protocolli di sicurezza. Non si può procedere senza un piano, un programma. Pensiamo al tracciamento che non è stato mai realizzato. I tamponi salivari ci sono, non ci sono? Che cosa possiamo rispondere?

Non è possibile valutare l’apertura o la chiusura delle scuole su dati generali. Serve commissione interna, la partecipazione consapevole della Comunità educante che valuti la situazione specifica. Il 26 è alle porte, servono azioni urgenti. Per l’Esame di Stato si può mantenere il protocollo già utilizzato lo scorso anno, che ha funzionato bene. Bisogna guardare a settembre».
Intanto, vediamo cosa accadrà lunedì prossimo.

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