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Alcune dosi di droga ritrovate durante le perquisizioni

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POTENZA – Pericolosi, sebbene non ancora perfettamente organizzati. Dopo la scelta di abbandonare le rispettive esistenze alla luce del sole per entrare nel business della droga. Scelta che peraltro, a Potenza, sono in sempre di più ad abbracciare. Tentati dalla prospettiva dei facili guadagni.
E’ questo lo scenario svelato, ieri mattina, dal blitz dell’operazione “Trilogy2” condotta dalla Polizia su disposizione della Procura del capoluogo lucano.

L’inchiesta ha portato all’individuazione di ben otto piazze di spaccio di droga, perlopiù marijuana, hashish e cocaina, in diverse zone della città, più un’ottava piazza nella vicina cittadina di Avigliano. Quindi all’esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e sette ai domiciliari, con un ampio dispiegamento di forze. Incluso un elicottero che ha sorvolato a lungo i cieli del capoluogo per prevenire eventuali tentativi di fuga.

I particolari delle indagini sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, dal Procuratore di Potenza, Francesco Curcio, dal pm Sarah Masecchia, e dal dirigente della Squadra mobile, Donato Marano.

Sono in carcere i potentini Francesco Forte, di 32 anni, e Pasquale Giorgio (30). Si trovano invece ai domiciliari: i potentini Claudio Lapenna (34), Miriam Caterina Moretti (21), Donato (35) e Rocco Santarsiero (38); gli aviglianesi Luna Telesca (27) e Maurizio Bochicchio (31); e l’altamurano Ferdinando Natrella (38). L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, è stato emesso nei confronti degli aviglianesi Francesco Papappicco (43) e Giuseppe Pace (71), e dei potentini Rocco Sabia (26), Consuelo Rossiello (26).

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, a cavallo tra il 2018 e il 2019, il gruppo acquistava la droga, in Puglia, ad Altamura, utilizzando spesso come punto di incontro il parcheggio di un ospedale, considerato «maggiormente discreto». Era lì, infatti, che sarebbero avvenuti gli incontri col “fornitore” Natrella, quasi certamente “agganciato” da Forte e Giorgio durante un periodo comune di detenzione nel carcere di Potenza.

Nel capoluogo lucano, poi, lo spaccio avveniva nei dintorni del parco Elisa Claps, al rione Macchia Romana, in viale Marconi, in viale Firenze, nei pressi di piazza Don Bosco, in contrada Sant’Antonio La Macchia e in viale del Basento; ad Avigliano nel centro storico e nei pressi della stazione ferroviaria.

Per i 13 indagati raggiunti dalla misura cautelare a firma del giudice Antonello Amodeo (a cui andrebbe aggiunto un quattordicesimo indagato a piede libero), le accuse, a vario titolo, sono detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e violazione della sorveglianza speciale.

Le indagini sono infatti partite da un’estorsione subita da uno spacciatore, che è arrivata fino alle minacce di morte per il mancato pagamento della merce.
Stando sempre a quanto ricostruito dagli inquirenti, le «trattative» per la droga avvenivano quasi esclusivamente tramite sms: i corrieri spesso erano donne, «che – secondo gli investigatori – avevano più facilità di eludere i controlli».

Il procuratore ha evidenziato che l’approvvigionamento di droga da Altamura sarebbe andato avanti anche dopo l’arresto di Forte e Telesca, a febbraio del 2019, fermati di ritorno dalla Puglia con 30 grammi di cocaina e quasi 3.800 euro in contanti.

Nel prosieguo dell’indagine, inoltre, sarebbero emerse le figure di Donato Santarsiero e Rocco Sabia, che sarebbero stati d’accordo per la gestione dello spaccio con Forte, cedendo droga anche a Rossiello, «responsabile a sua volta di un episodio di cessione in concorso con Telesca».

«Questo filone d’indagine – ha sottolineato Curcio in una nota diffusa a margine della conferenza stampa – evidenziava anche il ruolo di alcuni intermediari, anch’essi sottoposti alla sorveglianza speciale, con il compito di reperire acquirenti».

«In particolare veniva in rilievo Maurizio Bochicchio, che dalle investigazioni è risultato avere procurato dei clienti a Pasquale Giorgio, trattendendo come compenso parte del quantitativo di stupefacente destinato all’acquirente».

Dalle intercettazioni, inoltre, è tornato fuori anche il nome di un altro noto pregiudicato potentino, Rocco Santarsiero alias “pupetta”, fratello di Donato, che è già a processo per aver guidato una banda di spacciatori di base nella cittadella di Bucaletto.

Nei suoi confronti l’ipotesi degli inquirenti è che a febbraio del 2019 si sia rimesso “in pista” dopo un periodo in carcere «con l’ausilio di Giorgio».
Pace, invece, è accusato di aver aver spacciato «esclusivamente» cocaina, ad Avigliano.

Nella conferenza stampa di ieri mattina il procuratore ha aggiunto che al momento non sono emersi particolari collegamenti con clan o altre organizzazioni per la gestione del mercato complessivo di stupefacenti nel potentino.

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