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Una Jeep Renegade dei carabinieri davanti al centro di accoglienza di Irsina

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POTENZA – Ci sarebbe almeno un altro contagiato tra i richiedenti asilo bengalesi ospitati nei centri di accoglienza di Potenza e Irsina.
E’ quanto reso noto nel bollettino epidemiologico della Regione diffuso ieri mattina, sulla base dell’esito dei test effettuati nelle giornate di sabato e domenica.
Si tratterebbe, stando a quando riferito da fonti vicine al gruppo di lavoro regionale incaricato della gestione della crisi sanitaria, di un minorenne ospitato a Irsina. Pertanto i dati complessivi del “focolaio” materano andrebbero aggiornati a 12 contagiati su 12 ospiti. Mentre a Potenza i contagiati resterebbero 26 su 40 ospiti in due strutture: l’ex Ferrhotel poco distante dalla stazione inferiore, e una residenza poco distante dall’ex hotel Vittoria. Ma di questi 26 in 11 (a quanto pare tutti minorenni) sarebbero stati già trasferiti all’ospedale militare del Celio, a Roma. Pertanto ne resterebbero soltanto 15.
Nel bollettino epidemiologico diffuso ieri mattina dalla Regione, in realtà, si spiega che a via Verrastro «si è in attesa di conoscere il numero esatto delle persone che sono state trasferite». Quindi viene conteggiato un trentanovesimo caso legato al “focolaio bengalese” che sarebbe rappresentato dall’operatrice nigeriana che effettuava le pulizie all’interno del centro di accoglienza di Irsina, sia nei locali dove sono ospitati i 12 bengalesi, che in quelli dove dimorano, in qualche caso da anni, una cinquantina di richiedenti asilo di diverse nazionalità.
Ieri, ad ogni modo, agli uffici del Comune guidato dal sindaco Nicola Morea, non risultava pervenuta alcuna comunicazione su quest’ultimo caso di contagio accertato.
Resta ancora da capire, poi, se verrà effettivamente concesso il trasferimento in un’altra struttura dei 12 bengalesi e dell’operatrice nigeriana. In caso contrario, infatti, non è chiaro fino a che punto potranno essere trattenuti all’interno della struttura tutti gli altri suoi ospiti.
Il rischio, infatti, è che si generino disordini di vario tipo, se non proprio fughe di massa come quelle che in questi giorni stanno avvenendo in diversi centri sparsi nel resto d’Italia.

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