X
<
>

Una dose di vaccino

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – Prima era solo un sospetto avvalorato da un piccolo focolaio scoperto nel comune di Corleto. Ora c’è la certezza che due delle temute varianti del Sars cov 2, quella inglese e quella spagnola, si stanno diffondendo anche in Basilicata.
E’ quanto dichiarato ieri dall’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone.

In un’intervista a Trm Leone ha annunciato la scoperta delle varianti grazie all’entrata in funzione di un nuovo macchinario a disposizione del laboratorio di genetica medica dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Quindi ha spiegato che la possibilità di associare ai vari focolai di contagio un ceppo particolare di virus potrà servire per effettuare delle scelte strategiche sui mezzi di contenimento da adottare.

Intanto, sul fronte epidemiologico, la giornata di ieri è stata segnata da altri 7 decessi (1 a Calvera, 1 a Francavilla in Sinni, 1 a Matera, 1 a Montescaglioso, 1 a Pietrapertosa, 1 a Potenza e 1 a Tursi), che hanno fatto salire la conta complessiva delle vittime lucane a 406.
Molto più modesti, invece, i dati sui nuovi contagi (24) a causa del numero limitato di tamponi processati nella giornata di domenica (392).
Mentre sono scesi ancora, da 175 a 172, i pazienti covid 19 ricoverati negli ospedali lucani: 117 al San Carlo di Potenza, di cui 5 in terapia intensiva; e 65 al Madonna delle Grazie di Matera.

Ad alimentare le maggiori speranze restano comunque le vaccinazioni. Nonostante le tensioni in diversi comuni ancora in attesa della partenza della fase “1”, riservata ai cittadini con più di 80 anni.
Secondo dati pubblicati dall’Aifa, in Basilicata sono state inoculate oltre 76 mila dosi di vaccino rispetto alle oltre 91 mila consegnate, con una percentuale di poco superiore all’83 per cento. Nella case di riposo, inoltre, sono stati fatti oltre quattromila vaccini, e in totale degli ultraottantenni lucani vaccinati ha superato quota 34 mila.

Nel pomeriggio di ieri, a Potenza, sono stati completati i «richiami» proprio alle persone con oltre 80 anni di età che non si erano presentate la scorsa settimana nel punto di somministrazione allestito nel parcheggio affianco al San Carlo.
Tra oggi e domani, quindi, dovrebbero partire le convocazioni per i cittadini, sempre residenti a Potenza e provincia, che appartengono alle cosiddette categorie fragili. Mentre per Matera e provincia dovrebbe servire qualche giorno in più. La speranza, comunque, è di riuscire a immunizzare nell’arco di qualche settimana poco meno di mille lucani tra dializzati, trapiantati e persone in attesa di trapianto.

Da registrate, tuttavia, ieri c’è stata anche la denuncia dell’ennesima disfuzione della macchina sanitaria da parte del vicesindaco di Policoro, Gianluca Marrese.
«Ancora una volta oggi ho toccato con mano la solitudine e lo smarrimento assoluto che vivono coloro ai quali viene riscontrata la positività da covid 19 fa veramente accapponare la pelle». Ha dichiarato Marrese. «Sono da due ore attaccato al telefono, tra numeri fissi e numeri di cellulari per cercare di contattare le unità speciali di continuità assistenziale, in quanto una nostra concittadina ha bisogno assoluto ed urgente di cure ed assistenza oltre che di tampone, ma credetemi è impossibile davvero, non risponde nessuno. Lo dico io che opero nelle Asl e so, bene o male, come muovermi, ma non riesco a tacere la rabbia che mi generano queste situazioni di inefficienza».

«Provate ad immedesimarvi nella situazione e coglierete il panico, l’ansia e la paura che vivono coloro i quali, nell’assoluta solitudine, devono affrontare il tutto non sapendo chi contattare per ricevere cure ed assistenza e non ricevendo alcuna risposta». Ha aggiunto Marrese. «Dopo un anno dall’inizio della pandemia tutto questo è intollerabile oltre che inammissibile, ragion per cui chiedo a chi è preposto a verificare, di assumersi le proprie responsabilità e di adoperarsi per ripristinare percorsi rapidi ed efficienti affinché si ponga fine a questa farsa di pseudo-assistenza garantita dalle Unità speciali di continuità assistenziale. Bisogna rivedere totalmente il modello organizzativo ed in questo la politica su assuma le sue responsabilità».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE