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di ANTONELLA CIERVO

IL destino di Franco Pepe (in foto) passa ora nelle mani del Tribunale del Riesame di Potenza, probabilmente il 7 febbraio, mentre i due agenti Cesare Brizzi e Vincenzo Scandiffio e il dipendente comunale Nicola Colucci tornano liberi. E’ questa la decisione del Gip, Rosa Bia che sulla posizione del colonnello (arrestato con gli altri tre, il 17 gennaio scorso per concussione e abuso d’ ufficio) ha motivato il rinvio spiegando che: «L’esame non è servito a scardinare l’impianto provvisorio di incolpazione. La gravità, pluralità ed univocità degli elementi probatori a suo carico – si legge ancora – la reiterazione delle condotte, caratterizzate dalla strumentalizzazione della funzione pubblica e della personalizzazione del conflitto con le diverse persone offese (Marcosano, Agostiano e Casiello), inducono a lasciare ferma la misura.

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La verificata possibilità – come emerge dalle conversazioni intercettate con Cifarelli e Bergantino – di avvalersi dell’opera di altri funzionari e di trovare agevoli appoggi e connivenze all’interno dell’organico comunale a fini suoi propri, rende concreto il rischio di reiterazione di altri reati». Secondo il difensore dell’ex comandante della Polizia municipale, Carmine Ruggi, si tratta di una decisione che lascia emergere elementi non secondari. «Rispettiamo l’ordinanza del Gip, ma non la condividiamo nel merito e nelle ipotesi – spiega – osservando le motivazioni, sembra saltato a pie’ pari il fulcro dell’azione, ovvero la presunta concussione nei confronti dell’impresa costruttrice. Manca, secondo quanto emerge dalle carte, ogni pretesa di natura economica». Sulla posizione dei due agenti Rizzi e Scandiffio, il Gip Rosa Bia scrive: «La qualificata probabilità di colpevolezza di costoro cede il passo al mero, se pur grave, sospetto circa la colpevolezza in ordine alla possibilità che l’ausilio fornito al coindagato Pepe nella vicenda Casiello potesse essere strumentalizzato a fini meramente personali di Pepe». Alla posizione dei due agenti, in particolare si riferisce ancora la Bia quando scrive: «Si affaccia il dubbio che tali indagati possano essersi limitati a obbedire alle direttive loro impartite, senza alcuna vera e propria consapevolezza in ordine agli scopi reconditi perseguiti dal comandante». Sulla remissione in libertà di Nicola Colucci, il suo avvocato Antonio Albanese sottolinea la necessità di ripristinare la normalità nella vita del suo assistito. «La cosa importante è che sia libero e possa, sperando nella razionalità di chi costituisce la commissione disciplinare, tonare a lavorare prima possibile. La nostra perplessità – prosegue – deriva dal fatto che ci sia voluto tanto tempo per farlo tornare in libertà». L’avvocato Vincenzo Montagna che assiste i due vigili Cesare Rizzi e Vincenzo Scandiffio (quest’ultimo con l’avvocato Marco Saponara) commenta con una nota: «I vigili sono estranei ad ogni condotta delittuosa. Nei prossimi giorni – conclude – in aggiunta alle chiarificazioni date in sede di interrogatorio di garanzia, Rizzi e Scandiffio, forniranno un ulteriore contributo atto a dimostrare che i loro comportamenti sono stati sempre improntati alla corretta applicazione della legge e dei regolamenti e alla tutela del pubblico interesse». 

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