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Una veduta panoramica di Matera

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Legambiente denuncia alla Corte dei Conti lo stato di abbandono; Al centro l’incuria di Comune ed Ente Parco per chiese rupestri e molti altri siti di Matera


«Il 31 ottobre del 2023 la Legambiente ha trasmesso alla Corte dei Conti di Basilicata una segnalazione in merito al possibile danno erariale ad opera dell’Amministrazione comunale di Matera e dell’Ente Gestore del Parco della Murgia Materana conseguente alla mancata gestione, manutenzione e vigilanza dei Beni Culturali oggetto di rilevanti investimenti pubblici». Lo scrive in una nota il circolo di Legambiente. «Parliamo dei lavori che sono stati realizzati su Murgia Timone: Parco della Storia dell’uomo – Recupero e valorizzazione Chiese rupestri ( 3, 5milioni); Parco della storia dell’uomo – Riqualificazione e valorizzazione villaggio neolitico (1 milione).

L’INTERO PATRIMONIO DI MATERA ABBANDONATO: LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE

A tre anni di distanza dalla consegna dei Beni l’intero patrimonio risulta abbandonata a sé stesso. Sebbene il progetto prevedesse un Piano di Gestione, né l’Amministrazione comunale (proprietaria del Beni e delle opere realizzate) né l’Ente gestore del Parco delle Chiese Rupestri lo ha reso operativo. Oltre al danno provocato dall’abbandono delle opere realizzate e alle somme necessarie per porre riparo, si pone anche la mancata valorizzazione dell’imponente patrimonio. E mancati introiti dei canoni di locazione e dalla bigliettazione degli ingressi, oltre al danno sociale per la mancata attivazione di posti di lavoro. I patrimoni sono tanti e chiusi, abbandonati o stravolti nella destinazione d’uso originaria, in attesa di essere messi nella disponibilità pubblica.

CHIESE, PALAZZI, TEATRI E MUSEI IN STATO DI ABBANDONO

Chiese e complessi rupestri (Santa Barbara, Cappuccini Vecchi); il Castello Tramontano; i teatri di quartiere (Quaroni a La Martella, teatro del Circo); la biblioteche di quartiere di San Giacomo; i casini di campagna (Villa Longo, casino Padula ad Agna le Piane). Palazzo Malvezzi, la Casa della legalità, santa Lucia alla Civita, il parco “sistema delle cave” (che sistema non è, basta pensare alle tante parti mancanti, da Cristo alla Gravinella, alle aie dei Colangiulli a san Vito). E, non ultimo, il museo demoetnoantropologico a Casalnuovo. Per non parlare della disordinata gestione del circuito urbano delle chiese rupestri e del palombaro lungo (pur riconoscendo il prezioso contributo offerto da alcune associazioni di volontariato).

MANCA UN PIANO QUADRO DEI SISTEMI CULTURALI DELLA CITTA’

Nulla si sa, infine – aggiunge Legambiente – su cosa succederà a dicembre quando i lavori di restauro del cinema Duni saranno terminati. Manca una visione generale, un quadro di riferimento, un modello di gestione condiviso. Manca un Piano Quadro dei Sistemi Culturali della città e del suo territorio di riferimento. Uno ce l’avevamo, fu approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nel 2006. Il piano si articola su due livelli: il quadro conoscitivo e la proposta di azioni di tutela e valorizzazione. Andrebbe aggiornato tenendo conto anche, se non soprattutto, dei bisogni sociali educativi e culturali delle nostre periferie. Tutto questo – conclude- sarebbe stato utile e opportuno farlo all’inizio della consigliatura. Farlo oggi, alla fine del mandato sarebbe poco credibile».

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