X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Malumori e resistenze alla nuova organizzazione voluta dal vescovo, mugugni anche a Ferrandina: c’è chi pensa di fare ricorso alle autorità romane

di MICHELANGELO FERRARA  e PIERO QUARTO

MATERA – C’è fermento nella chiesa materana. Il “principio di obbedienza” pare non sia molto gradito da alcuni dei parroci della Diocesi di Matera e Irsina.

I trasferimenti annunciati un mese fa non trovano pieno riscontro nonostante il 2 ottobre (data di inserimento nelle nuove parrocchie) sia ormai prossimo.

Infatti, (ormai non è più un segreto) negli ultimi giorni ci sono stati altri movimenti che sembrano dei veri e propri passi indietro come la permanenza a San Rocco di don Angelo Tataranni  che potrà continuare a prendersi cura degli immigrati che vengono lì ospitati  e continuare la propria opera come aveva in animo di fare. O come la questione della parrocchia di Santa Maria della Croce a Ferrandina dove dovrebbe arrivare don Pierdomenico Di Candia con don Luciano Micheli chiamato a diventare  direttore del Museo Diocesano.

Ma la situazione non è affatto definita.

Anzi potrebbero richiedere del tempo. Non poco.

 Voci non confermate parlerebbero addirittura di un ricorso alla Congregazione per il clero a Roma chiamato a dirimere la situazione e gli spostamenti in questione tra Matera e Ferradina. Dalla Curia non arrivano novità ma sembra, ovviamente, che la decisione del vescovo non sia cambiata, a Ferrandina andrà don Pierdomenico Di Candia mentre a Piccianello ci sarà una nuova nomina, probabilmente don Giuseppe Tarasco al posto di don Angelo che resterà a San Rocco.

Se davvero però si attendono i “responsi romani” i tempi rischiano di allungarsi favorendo il permanere dello status quo.

Oggi le voci si dilatano, le conferme non arrivano ma il fermento rimane evidente e  il “caso” di Ferrandina è stato quello che ha scatenato tutto quanto il resto del domino di nomine. Ma ci sarebbero anche altri “disagi”. Bloccando, ritardando o modificando di fatto scelte e decisioni prestabilite.

Da qualche giorno tra i fedeli (non solo di Ferrandina) circolerebbe una lettera che il parroco “disobbediente” avrebbe scritto a Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo manifestando il suo malcontento.

Difficile conoscerne i dettagli, se sia effettivamente arrivata a destinazione. Di certo definirebbe uno stato d’animo.

Eppure la decisione assunta da Sua Eccellenza è frutto di un pastore che “si è sempre mosso ascoltando le comunità pastorali e i confratelli sacerdoti nelle loro istanze e attese, nelle gioie e sofferenze assecondando l’ambizione di una Chiesa desiderosa di creare comunione, fraternità e collaborazione, anche oltre gli steccati parrocchiali….”.

E le ultime indiscrezioni portano ad una serie di movimenti e aggiustamenti rispetto alla decisioni originarie che dovrebbero sintetizzarsi così: Don Angelo Tataranni resta nella parrocchia di San Rocco, Mons. Pierdomenico Di Candia andrà alla chiesa Santa Maria della Croce di Ferrandina, Don David Mannarella rimarrà alla parrocchia di San Francesco da Paola mentre la novità riguarderà Don Giuseppe Tarasco attualmente parroco della chiesa di Sant’Agostino che andrà nella parrocchia di Maria Santissima Annunziata di Piccianello.

A Don Bruno Bonamassa sono state affidate le parrocchie di Sant’Agostino e San Giovanni da Matera a Venusio.

Decisioni che a volte possono anche sembrare impopolari, ma sempre prese nella volontà di fare il bene dei fedeli.

Scelte che potrebbero ritenersi necessarie senza voler essere autoritarie ma ricordare che i sacerdoti hanno fatto voto di obbedienza (rispettando sempre il diritto canonico), anche sui trasferimenti tanto da essere definiti “Uomini del Vangelo e della valigia”.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE