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DOPO 121 giorni di arresti domiciliari, dopo che il suo nome è finito sulle prime pagine di tutti i giornali, che le sue figlie hanno dovuto affrontare uno dei momenti peggiori della loro vita, è arrivato il momento di parlare.

«Non sono mai stato trovato mentre prendevo una mazzetta, mai in flagranza di reato. In tutta questa storia, c’è qualcosa che non torna»

Franco Pepe, ex comandante della Polizia municipale di Matera, arrestato il 17 gennaio 2012 per concussione aggravata e continuata e abuso d’ufficio in concorso, spiega a ruota libera tutto ciò che accaduto da quel giorno, dalla mattina in cui alle 6, otto agenti della Guardia di Finanza hanno bussato alla sua porta, gli hanno notificato l’arresto e hanno perquisito la sua abitazione.  Non ha l’aria della vittima, ma di chi convinto della propria innocenza, aspetta solo di smontare pezzo per pezzo quel teorema.

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Davanti a se’ ha una memoria scritta, più di un centinaio di pagine nelle quali sono raccolte prove, fatti, descrizioni che smontano il castello accusatorio che ha condotto al suo arresto.

Insieme a lui, c’è il suo difensore Carmine Ruggi che sottolinea più volte come sia nel caso dell’impresa Marcosano srl che del Circolo tennis non ci sia alcun elemento che lasci immaginare la concussione o estorsione.

Sull’accanimento di controlli fatti effettuare,, in entrambi i casi da personale della Polizia municipale, ancora una volta l’ex comandante replica sicuro: «Dipendono  dalle Asl. Al Circolo tennis mancavano le autorizzazioni sanitarie. Ci sono atti di dicembre 2008 e marzo 2010 che diffidano l’associazione dallo spaccio e vendita di alimenti e bevande. Gli atti arrivano, di solito, al comando della Polizia municipale il cui ufficio segreteria le gira alla squadra competente dalla polizia amministrativa che fa il controllo. In quel caso suggerii di andare in borghese per evitare di creare scompiglio tra i soci».

I controlli fin troppo frequenti ai cantieri della Marcosano srl? «I verbali sono stati effettuati da  pattuglie diverse. L’impresa, tra l’altro,  è risultata aver avuto numerose multe anche da Carabinieri, Polizia stradale e Forestale. In quanto al caso della gru da smontare, l’azienda – precisa ancora Pepe – pretendeva di smontarla in pieno periodo della Bruna e bloccare via Lucana e via Lanera, ovvero un asse nodale della città che collega l’ospedale al centro. Ho fatto notare che avrebbe potuto farlo solo in determinate fasce orarie».

Il carattere non certo accomodante di Franco Pepe ha contribuito a creare attorno a lui un clima non certo disponibile, e questo spiega, secondo lui, lo sviluppo di queste vicende che hanno condotto al suo arresto.

Così come “l’interpretazione” delle intercettazioni telefoniche. «Non ho mai detto di essere il comandante e di dover decidere tutto io – dice senza mezzi termini –  E nemmeno all’assessore Bergantino (all’epoca assessore a Turismo, promozione turistica e marketing territoriale, ndr.) ho mai detto: risolvete il mio problema e poi mi occuperò di Casiello.  Io ero comandante della polizia  municipale, dirigente del traffico, dello sport e avevo molte altre deleghe.

C’erano dirigenti che non facevano niente e guadagnavano quanto me. Per questo avevo chiesto che i miei incarichi venissero spalmati. Ecco a cosa era riferita la frase: risolvete il mio problema.

L’8 novembre 2012, l’amministrazione comunale decide di licenziare Franco Pepe dopo che la commissione disciplinare si riunisce e analizza la vicenda che lo ha riguardato. Pepe parla di un caso di evidente incompatibilità all’interno dell’organismo del Comune a causa di legami familiari.

«Il mio avvocato lavorista, avvocato Veneto, dice  di non aver mai visto un caso come il mio, di licenziamento in tronco». Secondo Pepe all’interno dell’organismo ci sarebbe un evidente caso di incompatibilità  per motivi familiari.

«In seduta questo componente non si è dichiarato incompatibile, ma ha contribuito ad approvare il mio licenziamento. Mi hanno licenziato ritenendomi responsabile di ciò di cui mi ha accusato la Procura. Nel corso della mia audizione, infatti, ho chiesto che valutassero con attenzione tutti gli elementi. .

a.ciervo@luedi.it

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