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IL 20 febbraio, forse, potrebbe già essere emessa la sentenza del processo contro Franco Pepe e altri tre imputati per abuso  d’ufficio in concorso.

Ne è convinto l’avvocato Carmine Ruggi, difensore dell’ex comandante della Polizia municipale che fu arrestato il 17 gennaio 2012.

Ieri nell’aula al secondo piano del Palazzo di giustizia, ha parlato per tre ore, ripercorrendo le vicende che hanno portato al suo arresto.

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Franco Pepe è tornato in tribunale, davanti al Gip Caserta e al nuovo pm Salvatore Colella (sostituto di  Annunziata Cazzetta che, nel frattempo, aveva   chiesto di essere esonerata, ndr.).

«La motivazione non ci è stata comunicata – ha spiegato l’avvocato Piero Ruggi, che ha chiesto l’interrogatorio formale per il suo assistito, deciso  anche dagli altri tre imputati Cesare Rizzi, Vincenzo Scandiffio e Nicola Colucci.

L’ex comandante della Polizia municipale, accusato di abuso d’ufficio in concorso, ha fornito la sua versione sui rapporti con l’impresa edile Marcosano dalla quale aveva acquistato un appartamento, con il Circolo Tennis di Matera e con il dipendente comunale  ed esponente sindacale Giorgio Casiello.

Quasi due anni dopo l’arresto, Franco Pepe ha risposto agli interrogativi necessari a comprendere la sua posizione.

In apertura della seduta, spiega l’avvocato Ruggi, erano stati ammessi alcuni documenti relativi alla trascrizione delle intercettazioni.

«Tutte le osservazioni presentate, sono state chiarite dal mio cliente – prosegue  l’avvocato Carmine Ruggi – avevamo chiesto che fosse ascoltato  con un interrogatorio formale, previsto in questo caso solo su richiesta. D’altronde abbiamo svolto una intensa attività di investigazioni difensive.

Nelle sue risposte c’è stata una puntuale indicazione riferita ad  ogni capo d’imputazione».

Pepe era rimasto quattro mesi agli arresti domiciliari, fino al maggio 2012 quando il gip Rosa Bia ha riscontrato  che erano  cessate le esigenze di custodia cautelare.

All’ex capo della Polizia Municipale erano stati contestati episodi persecutori nei confronti della impresa edile Marcosano, del Circolo Tennis e del dipendente comunale Giorgio Casiello.

Secondo l’accusa, Pepe avrebbe approfittato della sua posizione per multare i primi due e trasferire in altra sede Casiello, che è anche esponente sindacale.

In più occasioni, secondo le indagini, l’ex comandante avrebbe fatto svolgere controlli nella impresa edile Marcosano, così come   nel caso del circolo Tennis.

Queste attività, sempre secondo l’accusa, sarebbero state effettuate spesso utilizzando agenti della polizia municipale.

I chiarimenti dati ieri da Pepe e dagli altri imputati avrebbero, però, chiarito le vicende e le modalità con cui i singoli epiNell’udienza del 20 febbraio è attesa la discussione e, probabilmente, la sentenza.

a.ciervo@luedi.it

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