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Il crollo di martedì scorso a Bernalda

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BERNALDA – Ci sono almeno cinque persone indagate dalla Procura dopo il crollo del muro che ha investito gravemente un giovane 16enne a Bernalda martedì scorso in via Papini dove erano in corso dei lavori di una ditta del padre del giovane stesso.

L’ipotesi di reato sulla quale sono partite le verifiche del Pm Annunziata Cazzetta e le indagini in particolare dei Carabinieri della Compagnia di Pisticci e della stazione di Bernalda rispetto ai lavori che si stavano svolgendo all’interno di quella palazzina e alle modalità di intervento è quella di lesioni personali colpose aggravate in concorso.

Nel frattempo i Carabinieri stanno definendo e completando una ricostruzione di quanto stava avvenendo rispetto ai lavori che erano in corso lungo un’ala della struttura e che hanno prodotto il crollo inatteso di questo muro che ha investito il giovane sedicenne portato poi immediatamente in eliambulanza all’ospedale San Carlo di Potenza.

Le sue condizioni nella giornata di ieri sono rimaste stazionarie al termine di una giornata comunque complicata ed un lungo intervento ad una mano.

Il giovane rimane in rianimazione, in prognosi riservata ed in coma farmacologico visti i traumi riportati che ha subito nell’impatto avuto al momento del crollo del muro. Le sue condizioni continuano ad essere monitorate con attenzione e nelle prossime ore i sanitari dovranno procedere ad una nuova verifica per capire se e come intervenire. Intanto l’incidente non ha mancato anche di rialzare nuovamente la discussione sulla necessità di prevenire questo tipo di situazioni sui luoghi di lavoro.

«L’incidente accaduto a Bernalda conferma che c’è ancora molta strada da fare sul fronte della prevenzione degli infortuni e che l’edilizia resta di gran lunga il settore più esposto» ha spiegato il segretario della Cisl Vincenzo Cavallo. «Occorre promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi associati al lavoro, anche attraverso il coinvolgimento delle scuole. L’obiettivo deve essere quello di costruire dal basso una cultura della sicurezza e dei diritti».

Sul fronte istituzionale il segretario della Cisl torna a sollecitare la convocazione del tavolo regionale di coordinamento sulla sicurezza: «Senza una triangolazione costante tra forze sociali, istituzioni e organi di controllo – avverte Cavallo – il lavoro sul campo per il contrasto e la prevenzione del fenomeno infortunistico rischia di produrre pochi risultati».

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