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Pietro Argentino

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«NON si profila un uso distorto e irragionevole del potere del procuratore, quanto piuttosto il suo legittimo esercizio come è previsto dalla normativa primaria».

È questo il verdetto della VII commissione del Consiglio superiore della magistratura, competente in materia di organizzazione degli uffici giudiziari, sul progetto organizzativo triennale della Procura della Repubblica di Matera adottato ad aprile del 2021 dal procuratore capo, Pietro Argentino.

Il via libera della commissione, che ha già trasmesso al plenum del Csm una delibera da approvare nella seduta del 4 maggio, è arrivato dopo un esame particolarmente laborioso.

Già durante la gestazione del progetto di organizzazione, infatti, al procuratore Argentino erano arrivati i rilievi di alcuni dei suoi sostituti, contrari sulle soluzioni adottate per diverse questioni.

I pm Rosanna Defraia e Annunziata Cazzetta, avevano contestato, in particolare, l’allargamento delle competenze del secondo gruppo di lavoro, composto da entrambe, specializzato nei reati di criminalità economica. Includendo tra questi reati “economici”, ad esempio, quello previsto che i furbetti del reddito di cittadinanza, che a detta dei pm «non pare richiedere alcuna particolare specializzazione e come tale avrebbe potuto essere assegnato alla cosiddetta area comune».

Di fronte alla chiusura del procuratore a questo tipo di rimostranze, però, il pm Cazzetta non si era arresa e aveva chiesto, «trattandosi di nuovo progetto organizzativo, con maggiori sbilanciate attribuzioni in danno del secondo gruppo, senza alcuna volontà riequilibratrice immediata da parte del procuratore», di essere trasferita a un altro gruppo di lavoro, il primo, competente sui reati contro la pubblica amministrazione. Ma anche in questo caso Argentino non aveva accolto la richiesta, e la sua decisione è stata giudicata favorevolmente sia dal Consiglio giudiziario di Potenza che dalla VII commissione del Csm.

La bozza di delibera dell’organo di autogoverno delle toghe contiene comunque una serie di «osservazioni» al progetto di organizzazione di Argentino, a cui evidentemente andrà data risposta, che riecheggiano alcuni dei rilievi avanzati da uno dei pm più esperti dell’ufficio requirente materano come Cazzetta. In particolare quello sulla mancata previsione di un interpello tra i pm per la composizione dei gruppi di lavoro.

Argentino è stato nominato procuratore capo di Matera nel 2017 e nei prossimi mesi dovrebbe andare in congedo per raggiunti limiti di età.
A seguire dovrebbe essere avviata la selezione per il suo successore tra i magistrati in possesso dei titoli per ambire a un incarico direttivo come quello di procuratore capo di Matera.

Tra questi sono diversi quelli in servizio in Basilicata, come la stessa Cazzetta, il collega Salvatore Colella o la pm antimafia di Potenza, Annagloria Piccininni, che 3 anni orsono avevano già concorso per il posto di procuratore aggiunto del capoluogo.

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