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La ciclovia che sta per essere inaugurata. Per gli operatori di cicloturismo non è adatta

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MATERA – In fase di conclusione i lavori per la “Ciclovia Giuliana”, lunga 2 chilometri e 90 metri, da Masseria Dragone allo svincolo interno per la diga di San Giuliano. Lo comunica in una nota il sindaco che, dopo aver effettuato un sopralluogo con i tecnici comunali e il rappresentante della ditta che si occupa dei lavori, ha aggiunto: «I lavori sono in fase di ultimazione e, salvo intoppi, la consegna è prevista per la metà di dicembre 2023, con circa 4 mesi di anticipo sul cronoprogramma.

Siamo davvero soddisfatti per la realizzazione di questo percorso, che qualifica ancora di più la nostra città nel cicloturismo naturalistico». Bennardi annuncia anche «Un’ipotesi di gestione e integrazione con altri interventi, per rendere attrattivi i due capolinea del percorso – che dovrebbe essere destinato anche a podisti e runner.

Sul concetto di ciclovia e sulle ricadute sul cicloturismo, in crescita in città, interviene Michele Cappiello operatore più importante del settore nel territorio con la sua Ferula Viaggi e un movimento annuale di 1000 visitatori all’anno che si aggiungono ai circa 10 mila provenienti da agenzie di altre regioni italiane.

«La ciclovia può servire alle famiglie che, in auto, raggiungono la zona con le bici e fanno una passeggiata lungo il percorso. C’è da sottolineare che acanto al percorso c’è una strada piena di buche percorsa al massimo a un’auto al giorno. I concetti di ciclovia e percorso pedonale – precisa ancora Cappiello – sono completamente diversi. Esempi di ciclovie lucane? Ad esempio la strada che da Craco arriva a Ferrandina».

Le priorità, per Cappiello, sono altre e renderebbero adeguato il territorio a questo tipo di turismo. «Sarebbe necessario mettere in sicurezza le uscite da Matera Nord, Sud e Centro con segnaletica adeguata e area riservata. Se bisogna intervenire su qualche aspetto, allora sarebbe stato utile farlo per le piste ciclabili in città, nell’ambito del Pums su cui non è stato fatto ancora niente, forse nel timore di prendere iniziative. I cicloturisti sono alto spendenti, da turismo lento, che restano una settimana in vacanza ma ai quali non si possono offrire percorsi ancora da sistemare».

Profondo conoscitore di ogni utile percorso, Cappiello segnala però un itinerario che dal punto di vista naturalistico è molto bello, come quello che porta a Grassano e che conduce anche alla Diga. «Però – spiega ancora – è piena di buche e piccole frane. Per questo li avverto a porre attenzione e al momento è il percorso che preferisco consigliare».

In tema di circolazione alternativa e mobilità rispettosa dell’ambiente, c’è ancora da fare a condizione che, forse, gli operatori del settore fossero stati convocati per un confronto. E’ a loro che si mostra il polso della situazione, nel bene e nel male, per poter procedere in seconda battuta con misure adeguate al turismo che sempre più spesso, su due ruote sceglie la città dei Sassi.

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