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Il degrado nei Sassi

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Quando, nel 1993 l’Unesco riconobbe ai Sassi di Matera e alle Chiese Rupestri il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’organizzazione mondiale sottolineò alcuni degli elementi che avevano condotto alla scelta: «I Sassi e il Parco di Matera sono un notevole esempio di insediamento rupestre perfettamente adattato al contesto geomorfologico e all’ecosistema attraverso una continuità di oltre due millenni».

Quel patrimonio è da tempo ormai terra di nessuno dove un locale vuoto si può trasformare senza colpo ferire in una abitazione o una delle grotte millenarie può ospitare letti improvvisati e ripari sicuri per un esercito silenzioso composto prevalentemente da senzatetto e pregiudicati.
Lo conferma anche Leonardo Montemurro, segretario regionale della Cna che proprio nei Sassi dovrebbe dar vita al Quartiere degli Artieri, un’area che comprende 18 immobili per una superficie complessiva di oltre 800 metri quadrati.

Il condizionale è d’obbligo perchè oggi quei locali sono distrutti dopo essere finiti nelle mani di vandali e delinquenti che ne fanno la loro abitazione.
«Nessuna azienda si insedierà in quell’area prima che il Comune non avrà provveduto alla sua ristrutturazione – spiega – ma soprattutto al ritorno della legalità nei Sassi». Amareggiato ma non rassegnato, Montemurro si chiede: «I Sassi sono ancora uno dei motori di sviluppo di questa città?».

Intere aree necessitano ancora di essere ristrutturate con opere che garantirebbero anche nuovo vigore alle imprese edili ma al momento mancano elementi fondamentali per avere un quadro complessivo della situazione, a cominciare da un censimento della situazione attuale e dunque alla individuazione molto precisa delle zone che sono state assaltate dagli abusivi.
Non va sottovalutato inoltre l’ampio spettro di aree con lavori avviati e mai conclusi, ulteriore occasione appetibile per gli abusivi.

«Nel frattempo – segnala ancora Montemurro – stanno scadendo le prime concessioni trentennali di alcuni immobili e questo rappresenta uno dei problemi più importanti da risolvere. Cosa si vuole fare? Rinnovarle o vendere gli immobili?».
A essere colpita soprattutto la zona del Sasso Barisano che ha una densità abitativa minore e facilita l’occupazione con tanto di traslochi a bordo di furgoni per trasportare mobilio e arredi di vario tipo. A conferma dell’assoluta anarchia che regna negli antichi rioni descritti da Carlo Levi e raccontati dai più grandi registi del mondo, c’è addirittura chi occupa abitazioni e installa cancelli in ferro come un residente che difende la sua proprietà.

Montemurro propone una raccolta di firme fra i residenti regolari, accanto ai quali spesso avvengono questi abusi, per fare in modo che si intervenga per tutelare un bene demaniale assaltato da troppo tempo.
«Dopo l’approvazione del Regolamento urbanistico, è arrivato il momento che sul destino dei Sassi si comprenda quali sono le azioni da mettere in campo perchè non è più possibile che questa sia terra di nessuno».

Tra le vicende mai risolte ci sarebbe anche quella legata alla legge di edilizia popolare 12 del ‘79 con la costruzione di alloggi per coppie con disagio economico.
«E’ una storia che va avanti da vent’anni -prosegue Montemurro – Perchè non restituire il finanziamento mettendo a bando quegli spazi attraverso dati aggiornati? I Sassi devono tornare sotto i riflettori e, anche in termini di fruizione turistica (prevedendo una limitazione della presenza di hotel e ristoranti) avere una destinazione diversa».
L’operazione necessaria è quella di riportare la legalità in un luogo immenso, un quartiere nel quartiere che rappresenta storia e cultura millenarie della città.

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