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Policoro vive nell’emergenza sotto il profilo sanitario, situazioni esasperate anche di più di Matera. L’ordinario che diventa straordinario anche per le minime cose, la radiologia quasi ferma e un problema di personale che sembra senza uscita. «Non basteranno neanche i concorsi». Franco Labriola del Comitato “l’Ospedale di Policoro non si tocca” sintetizza così la situazione dell’Ospedale jonico. Una situazione che rientra nel quadro desolante della sanità materana. «Io noto che al San Carlo tutto procede mentre a Matera e Policoro no» annota Labriola e in più c’è da ricordare che Policoro vede ampliarsi di oltre il doppio l’utenza durante il periodo estivo «ma il sistema continua a calibrare per una platea di 100.000 persone e le urgenze molto spesso sono trattate a Matera».


Qual è la situazione oggi all’Ospedale di Policoro e quali sono le maggiori emergenze da superiore?
«L’ospedale di Policoro vive nel limbo, non è né carne e né pesce. Tutto viene giustificato dal Covid, ma nel frattempo tutto è ripreso regolarmente, tranne che a Policoro e Matera. La verità è che il personale sanitario diminuisce giorno dopo giorno e i concorsi banditi non copriranno le uscite per pensionamento e mobilità esterna».


Ci sono pochi radiologi, ambulatori allo stremo e personale contato. E’ diventata l’ordinaria amministrazione?
«A Policoro l’ordinario si confonde ormai da tempo con la straordinarietà. Radiologia, praticamente non esiste più, tutto va a Matera e l’utenza attende il responso».


Voi come comitato avevate dato un’apertura di credito alla nuova gestione commissariale dell’Asm, come ritenete si stia comportando? Ha dato risposte e ci sono stati passi in avanti?
«Nessuna apertura di credito, abbiamo registrato le soluzioni per non chiudere i reparti questa estate e rimaniamo critici rispetto alle questioni strutturali croniche. Da allora, Psichiatria continua a regredire, prevediamo una prossima chiusura se non si corre ai ripari, Endoscopia continua con un solo medico, Cardiologia ha perso un buon professionista per dimissioni volontarie, il dott. Truncellito, a breve perderemo il dott. Asprella già verso Matera, chirurgia auguriamo lunga vita al dott. Sassone, Medicina un reparto sotto stress continuo, ortopedia se deve vivere il reparto, ne paga il laboratorio e così accade per Utic».


Personale e liste d’attesa restano le due emergenze più gravi e per certi versi insuperabili. Quale valutazione dello status quo e quali eventuali interventi e possibili soluzioni?
«Solo una politica assunzionale degna del nome può rimettere in moto la macchina, diversamente con la scusa del Covid le prestazioni saranno esigue».


E’ normale che il Covid abbia mostrato paralizzato tutto il resto della sanità e che la Asm in particolare non riesce ad uscire da questa impasse?
« Io registro che al San Carlo tutto procede, invece a Policoro ospedale tutto bloccato, qualcuno dovrebbe porsi qualche domanda in più».


Il nuovo piano sanitario regionale di cui si parla è un passo avanti rispetto alla precedente bozza e riesce a dare risposte a territori distanti e lontani sotto il profilo geografico?
«Ma, siamo soltanto all’analisi, la proposta di riforma non l’abbiamo ancora capita».


Gli accordi di confine o la revisione in senso macroregionale della gestione della sanità nazionale possono aiutare ad ottimizzare risorse ed evitare sprechi?
«Certamente. Basti pensare che Policoro è di fatto un ospedale per metà a utenza calabrese. Si è tanto parlato di convenzioni tra regioni, ma il campanilismo la fa al momento da padrona. Nulla all’orizzonte».


La politica regionale dà attenzione ad un territorio come quello di Policoro che soprattutto nei mesi estivi finisce per essere al centro di un aumento considerevole di presenze turistiche e dunque di popolazione?


«Assolutamente no. Policoro durante il periodo estivo è un ospedale per una utenza di 250.000 persone, eppure il sistema del 118 è calibrato per una utenza stabile di 100.000, senza considerare che tante urgenze vengono trattate a Matera, nemmeno passano da Policoro e in questo l’aver bloccato il progetto “finanziato” di adeguamento funzionale di Utic e Rianimazione è e rimane una colpa grave dell’attuale governo regionale».

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