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Uno dei treni a idrogeno della Stadler

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«La Basilicata è l’unica regione italiana da cui è arrivata una commessa per tre automotrici a due casse alimentate a batteria per un costo totale di 27 Milioni di euro e altri 2 treni per un costo di 18 milioni – lo scrive in una nota Pio Abiusi dell’associazione Ambiente e Legalità che, in una nota ricorda inoltre – I nostri trenini a batteria hanno un’autonomia di 70 Km. In concreto qualora utilizzati sulla tratta Matera- Bari non avrebbero la certezza di arrivare a destinazione, hanno un’autonomia utile solo fino ad Altamura. Siamo gli unici ad aver ordinato alla Stadler treni a batteria mentre Le Ferrovie delle Calabrie e l’Azienda Regionale Sarda Trasporti. hanno ordinato rispettivamente treni a idrogeno».

In Calabria, in particolare, a giugno scorso è stata aggiudicata la gara per la fornitura dei primi sei mezzi ad idrogeno destinati ai nuovi collegamenti ferroviari tra Cosenza e Catanzaro. I nuovi convogli forniti dall’azienda svizzera Stadler saranno lunghi 50 metri, saranno consegnati entro dicembre 2026 e potranno viaggiare fino a 100 chilometri orari, trasportando un massimo di 170 passeggeri. L’acquisto è finanziato con il Fondo complementare/Pnrr per circa 78 milioni di euro.

L’idrogeno su rotaie è sperimentato nel frattempo anche nella vicina Puglia, casa madre delle ferrovie Appulo lucane, sulla tratta delle Ferrovie Sud Est.

«Con la Puglia siamo interessati a gestire la tratta a scartamento ridotto (le Fal) potremmo essere sinergici – aggiunge Abiusi – Ma davvero i lucani hanno l’anello al naso?». Al centro delle polemiche, che hanno interessato anche la trasmissione “L’Aria che tira” de La 7, c’è il ruolo della Regione.

E’ ancora Abiusi a scrivere nella sua nota: «L’assessora Merra sembra essere una fabbrica di fuochi pirotecnici; ogni giorno è festa ed infatti nascono sulla carta: strade, raccordi, collegamenti, potenziamento di reti ferroviarie nuove o rimesse in circolazione, aeroporti- e si legge ancora con riferimento ai due treni ordinati e più in generale alla politica trasportistica – Per tornare al pallottoliere della Merra, che ha le batterie scariche, gli altri 2 treni chi li paga? Lei e Colamussi hanno fatto in conti nelle tasche dei materani ma ci auguriamo che questi ultimi non si siano impegnati giuridicamente per loro.

L’amministrazione De Ruggieri prima di lasciare il campo pensò di dare in eredità un Pums che prevedeva una cosiddetta metrotranvia. Era un programma faraonico che constava di 5 fasi ed una inutile spesa stimata in circa 100 milioni di Euro. Con il cambio di amministrazione quei carteggi risultarono irreperibili negli uffici comunali ma noi li recuperammo presso il Ministero competente.

Venimmo a sapere , così, che il Comune aveva partecipato al finanziamento della I fase del piano al “Programma di Azione e Coesione “Infrastrutture e reti” 2014/2020” e nel Dicembre del 2021 era risultato assegnatario di 22.879.959,24 euro su una spesa totale prevista di 36 milioni. Il Comune non ha le risorse necessarie per acquistarli perchè non ha sottoscritto l’accordo di programma con il Mit, il ministero competente, del resto non lo può sottoscrivere perchè il Pums non è stato approvato dal Consiglio Comunale ma solo adottato dalla Giunta e la Vas è in valutazione presso gli uffici regionali.

La Merra faccia chiarezza e riveda il piano circa i treni, si acquistino le quantità già sottoscritte con regolare contratto e nell’ambito delle risorse disponibili riveda in un’ottica complessiva il collegamento tra Matera e Bari e che sia veramente efficiente».

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