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Lo stabilimento centrale di Orogel

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Orogel punta sul Sud e sullo stabilimento di Policoro. Si concentra in particolare sui carciofi che costituiscono al momento il 70 per cento della produzione dello stabilimento ma si punterà in futuro anche su altri prodotti come gli asparagi con l’obiettivo di mantenere la leadership per quanto riguarda i surgelati sul territorio.

Notizie e numeri che certificano l’investimento della società romagnola che sono stati rilanciati qualche giorno fa in un articolo del “Resto del Carlino” in cui si sottolineava come “Nei giorni scorsi un gruppo di amministratori e dirigenti delle cooperative che formano il Gruppo Orogel ha visitato lo stabilimento per verificare direttamente l’andamento degli investimenti fatti fino a ora (60 milioni di euro) e quelli in corso (45 milioni fino al 2026 per la realizzazione dell’impianto di confezionamento e di una grande cella frigorifera da 30.000 posti-pallet che ridurranno fortemente il trasporto di merci verso la sede di Cesena).

Di pari passo prosegue l’espansione sul terreno con l’acquisizione di nuovi soci produttori sia per i surgelati che per il prodotto fresco”. Poi i numeri che ne certificano il lavoro e che sono enunciati nel dettaglio: “lo sviluppo dello stabilimento di Policoro è testimoniato da alcune cifre: nel 2009 c’erano 48 dipendenti, quest’anno sono 485.

Di pari passo si sono incrementati produzione e fatturato, arrivati rispettivamente a 23.000 tonnellate e 46 milioni di euro che contribuiscono in modo significativo alla crescita di Orogel, la cui produzione nel 2023 dovrebbe arrivare a 150.000 tonnellate tra surgelato e fresco, per un fatturato di 350 milioni di euro”.

Una situazione che per il futuro punta evidentemente a rafforzare ancora di più Policoro e che ha portato oggi il segretario regionale della Cisl lucana Vincenzo Cavallo a sottolineare come “l’investimento da parte del gruppo Orogel di 45 milioni di euro fino al 2026 per la realizzazione di un impianto di confezionamento di ortaggi e di una grande cella frigorifera di 10 mila metri cubi, che ridurrà notevolmente il trasporto di merci verso la sede di Cesena, è un ottimo segnale delle potenzialità e della vocazione agroindustriale del Metapontino, indicando che in Basilicata si può fare industria e si può crescere”.

«Tale investimento si aggiunge ai 60 milioni di euro investiti dal gruppo in circa 15 anni di attività nell’area di Policoro. Questo ha consentito di decuplicare la forza lavoro. Si tratta di una presenza che ha consentito al territorio di Policoro di assolvere a quella funzione di cerniera, caratteristica di tutta la Basilicata, tra le regioni dell’arco jonico».

Secondo il sindacalista «l’agricoltura in Basilicata ha grandi potenzialità di trasformarsi in filiera agroindustriale rafforzando il sistema economico lucano e producendo posti di lavoro di qualità nel settore industriale. È per questo che le risorse del PNRR e del Programma di Sviluppo Rurale devo essere investite sempre di più nella direzione del rafforzamento qualitativo e quantitativo delle filiere agricole e agroindustriali per creare un vero e proprio ecosistema agroalimentare, sostenuto anche dai consorzi per la valorizzazione del marchio che tanto contribuiscono a trainare l’economia e la visibilità di molte regioni, come l’Emilia Romagna. La Basilicata può ambire a diventare un riferimento nazionale nel settore agroindustriale », conclude il segretario della Cisl lucana.

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