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Marianna Dimona,presidente degli albergatori di Confcommercio

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MATERA – A far cadere inesorabilmente la spada di Damocle su Matera non c’è solo il Covid ma anche la mancanza di programmazione e di una visione di ampio respiro. Ne è convinta Marianna Di Mona, presidente dell’associazione provinciale albergatori di Confcommercio e ex assessore al turismo della giunta De Ruggieri.
Il ricordo del milione di visitatori che hanno affollato Matera nel 2019, sembra quasi il frutto della fantasia mentre la città entra in zona rossa
«E’ la nostra percezione che subisce l’impatto dei tempi; ecco perchè il 2019 ci sembra lontanissimo. Il record di presenze che è stato reale, non si può immaginare nel 2021 quando i viaggi di lungo raggio non sono ancora possibili, mentre due anni fa i turisti arrivavano per il 70% dall’Europa e per il resto dall’Italia. Adesso invece circa sei mesi sono già trascorsi e recuperare quei numeri sarà impossibile».

Alcuni Paesi europei come la Grecia stanno pensando a soluzioni legate alla certificazione di immunità, come il passaporto
«Si tratta di meccanismi che consentono di rendere sicuro l’arrivo di turisti. Un sistema che noi potremmo replicare anche se il nostro cruccio sono le vaccinazioni che non bastano, se riguardano solo alcune categorie. Le razioni contingentate delle dosi hanno riflessi anche sui flussi turistici e sulla sicurezza degli operatori e il tracciamento è fondamentale».

Nel frattempo la situazione non è semplice
«Stavamo lavorando con i residenti in Basilicata ma ora ad abbattersi sulle nostre teste c’è il problema degli approvvigionamenti necessari all’attività quotidiana uniti all’elemento psicologico, anche se per fortuna si tratta di effetti che dovrebbero durare un paio di settimane. Questo vuol dire forse cominciare a intravedere, nel lungo periodo, uno spiraglio di luce».

La Pasqua, insomma, è bruciata
«Sì, d’altronde il 6 marzo esce un Dpcm che avrà durata fino al 6 aprile. Oggi, intanto, i casi sono in aumento in tutta Italia e questo non fa presagire niente di buono. Dobbiamo però guardare con ottimismo all’estate, immagino che avremo una stagione simile a quella dell’anno scorso, ma programmando determinate azioni come i vaccini e i tamponi, qualcosa potrà funzionare».

La ripartenza sarà difficile?
«Non bisogna affievolire l’attenzione su Matera. Non possiamo tornare sui giornali perchè siamo zona rossa mentre i piccoli borghi italiani fanno pubblicità induttiva».

Come sta andando per i ristori?
«Tutte le attività produttive li aspettano. Dopo la fine del Governo Conte si sono allungati i tempi di un Dpcm ad hoc. Gli imprenditori nel frattempo, sono falcidiati dalle spese vive senza alcun introito e per questo danno fondo alle liquidità che erano state garantite dallo Stato. Ognuno alla riapertura dovrà prevedere almeno 10 mila euro di investimento, una cifra importante e questo vuol dire che non sopravviveremo tutti. Pressione fiscale e costi dei dipendenti sono quelli che pesano di più».

Era necessario secondo lei far entrare la Basilicata in zona rossa?
«Siamo passati da un avvicinamento alla zona bianca e , dieci giorni dopo, alla zona rossa. L’indice Rt purtroppo è schizzato per alcuni focolai che però avrebbero potuto essere isolati».

Lei è stata assessore al Turismo quando la pandemia era ancora sconosciuta. Se oggi fosse ancora al suo posto come farebbe tornare il turismo al primo posto delle voci economiche della Basilicata?
«Analizzerei alcune ipotesi: oggi le attività economiche sono molto più fragili e per questo serve una programmazione di medio periodo: sappiamo che si dovrebbe ripartire nel giro di un anno, ma ci si dovrebbe mobilitare per rendere sostenibile questa destinazione ad esempio verso il nord Europa.
Sarebbe importante fare in modo che le associazioni culturali diventino portavoce con eventi di ampio respiro e sarebbe utile anche partecipare agli Stati generali del turismo che sono previsti a Sorrento».

C’è un modello su cui si potrebbe puntare, in particolare?
«I borghi come destinazioni riconcilianti sotto il profilo esperienziale. Questo preparerebbe alla ripartenza».

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