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POTENZA – La logica doveva essere questa: se sei un’azienda, una cooperativa o un consorzio e assumi un soggetto cosiddetto svantaggiato, hai un contributo da parte della Regione Basilicata, fino al 50 per cento del costo del lavoro per 12 o 24 mesi.

Solo che adesso, ad assunzioni fatte, i soggetti svantaggiati rischiano di diventare loro.

Ovvero, i beneficiari della misura finanziata dalla Regione con due milioni di euro nell’ambito del fondo sociale 2007-2013, che mira a favorire l’inserimento lavorativo di coloro di inoccupati, donne del settore industria, over 50 enni, che non posseggono diploma o coloro  che vivono soli con una o più persone a carico.

Più di settanta soggetti che sono state ammesse alle agevolazioni previste dall’avviso pubblico approvato l’anno scorso. Per oltre cento inoccupati che così hanno avuto la possibilità di un posto di lavoro.

Uno strumento molto utile per stimolare il mercato del lavoro locale. Solo che le aziende beneficiare sono in grosse difficoltà.

La Regione Basilicata ha infatti introdotto un criterio aggiuntivi per avere materialmente accesso al contributo: l’imprenditore deve presentare una polizza fideiussoria bancaria o assicurativa.

Una garanzia per evitare le solite furbata alla “prendi i soldi e scappa”.

Solo che la gran parte delle aziende stanno ricostrando moltissime difficoltà. Nessuna assicurazione sembra intenzionata a fare tipo di polizza, ed un paio di banche interpellate hanno chiesto un pegno pari al valore totale della polizza da rilasciare e da tenere bloccato per 3 anni.

Un impegno molto complicato da garantire, soprattutto in questo particolare momento di crisi e soprattutto per quelle società che – assumendo più di qualche soggetto svantaggiato – si sono aggiudicate anche 100.000 euro di contributi.

In realtà si tratta non di risorse dirette pagate alle aziende, ma di agevolazioni finanziarie sulla tassazione a cui però molti dei beneficiari non riescono ad accedere. Sono pochissime le aziende che fino a questo momento sono riuscite a produrre le garanzie bancarie, e per di più pare che ancora meno siano state riconosciute valide da parte della regione. Insomma, un bel pasticcio.

Perché – rimanendo così le cose – chi materialmente ha fatto le assunzioni non riesce ad accedere al beneficio spettante.

E così per assurdo riescono a garantirsi il contributo le aziende che economicamente stanno meglio, potendo assumere impegni con le banche. Insomma, stando così le cose, la misura rischia di fallire. Nelle stesse ore in cui gli assessorati alle Attività produttive e Formazione annunciano in pompa magna i nuovi interventi che saranno finanziati con la rimodulazione delle restanti risosre del Po Fse 2007-2013, sembra che al dipartimento lavoro ci sia molto imbarazzo per l’impasse che sta mettendo in difficoltà molti titolari di aziende.

Che a questo punto sperano in una manovra eccezionale per superare lo stallo che metterebbe a rischio anche le assunzioni di quasi 100 persone.

Da queste parti e di questi tempi sarebbe un vero disastro.

marlab

m.labanca@luedi.it

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