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POTENZA – La sveglia suona alle 6 per il candidato alle primarie del centrosinistra, Nicola Benedetto. All’alba insomma. Apre la finestra. Respira e subito comincia il proprio “tour de force” da candidato alle Primarie senza tralasciare gli altri ruoli. E’ l’assessore alle Attività produttive. E soprattutto imprenditore di successo e non dimentica mai di ricordare: «La mia azienda non ha subito nessuna crisi. Siamo in attivo e abbiamo sfruttato la crisi per riposizionarci sul mercato con esiti più che positivi».

E prima di immergersi nel ruolo di politico passa, sono da poco passate le 6 e 30, proprio dall’azienda di cui è titolare. Si ferma fino alle 8. Quando fa colazione. Due ore dopo la sveglia con un caffè espresso. Non rinuncia alla sigaretta.

Vederlo in azione tra una cosa e l’altra  rende questo senso: una macchina; concentrato e lucido. Arriva in azienda da timoniere: «Controllo la produzione del giorno prima e il portafoglio degli ordini del giorno in corso».

Poi arrivano a prenderlo con la macchina: «Non perchè non mi piaccia guidare. Ma così ho il tempo di stare al telefono con amici e collaboratori tra un trasferimento e l’altro». Si divide tra assessore e candidato alle Primarie del centrosinistra.

Ieri in tour elettorale prima di andare alla Regione ha fatto il giro di alcune aziende del settore agroalimentare del Metapontino. Ha aperto il giro arrivando all’azienda ortofrutticola de Ruggieri di Policoro: «Stanno raccogliendo le prugne per le industrie manufatturiere». Si ferma a parlare con imprenditori e lavoratori. Guarda in faccia tutti. Stringe mani, e asscolta. I problemi sono tanti. Lui fa mente locale, pensa e risposta. Ma senza promesse.

«Non serve a nulla dare false speranze e illudere la gente. I problemi oramai li conoscono tutti. Le promesse non servono, sono inutili». E quindi? Nicola Benedetto non fa sconti: «Io se c’è da dire che le cose non vanno bene e che magari la situazione non si sbloccherà fino a dicembre o gennaio lo dico. Meglio che le persone sappiano come stanno realmente le cose. Non voglio prendere in giro nessuno».

E a guardare la reazione sembra la strada giusta: gli operai, i cittadini apprezzano il modo franco di chi dice le cose in faccia come stanno. Questo non solo nelle aziende che visita ma anche con chi lo avvicina in Regione e o per strada. Il giro riprende. Nicola benedetto risale sulla propria auto, una Audi A5 grigia. E scatta la domanda: Perchè lei non ha seguito gli altri candidati e la moda del momento e preso un camper per girare in tour?

La risposta è secca seppur accompagnata da un sorriso: «Il Camper è lento. Ho bisogno di fare tante cose e devo raggiungere più posti possibili». Il giro per le azie nde del Metapontino prosegue. Entro nello stabilimento di Vittotio Manolio a Policoro: «Raccoglie meloni gialli». Una mezzoretta e si presegue. Arriva a Montalbano Jonico nell’aziends Fortunato «che è uno dei più grossi produttori di Kiwi dell’Italia meridionale». I temi sono gli stessi dappertutto: «Problemi del lavoro, dell’agricoltura in generale, di liquidità, della commercializzazione». Le risposte sono sempre pragmatiche e pacate. Si riparte cambiando registro. Sono passate le 13. Non c’è tempo per un pranzo. Benedetto mangia in macchina un pò di tarallini. Da bere acqua. Un passaggio istituzionale. E si riparte. Poco prima delle 17 Benedetto arriva a Pomarico. Incontra la banda musicale e la squadra di calcio che milita nel campionato di Eccellenza. Cambiano gli scenari e gli interlocutori ma lo stile è semplice e diretto. Senza fronzoli. In fondo Benedetto dal primo momento della propria candidatura va ripetendo: «Per governare la Regione non serve un grande statista politico. Serve un padre di famiglia che si occupi dei lucani con amore cercando soluzioni semplici e pragmatiche. Stando attenti alle spese superflue e ottimizzando tutto».

E ripete il concetto mentre una folla gli si fa attorno: «La Basilicata ha bisogno di cambiare marcia. Io se sarò eletto presidente sicuramente lo potrò fare da uomo libero. Non so se chi fa parte della nomenclatura e deve assecondare lobbies e quant’altro lo può fare davvero».

Risale in macchina per andare a visitare altre aziende. Incontra altri lavoratori. Dell’azienda agricola di Francesco Camardo nell’agro di Montescaglioso. Ci sono anche esponenti della Copagri ad attenderlo. In serata passa dove ci sono feste. Si informa e parla con la gente. Infine si arriva a cena. La sala è affollata. Si cena “tradizionale” con la pastorale (pecora bollita) annaffiato da vino locale, «perchè la mattina bisogna svegliarsi presto e non va bene bere roba chimica».

La notte finisce tardi. E’ l’una passata quando si avvia per casa di solito. In totale Nicola Benedetto dorme 5 ore «se va bene. Ma sono soddisfatto così».

La frase di chiusura è a spot: «Il prossimo governatore deve essere un uomo libero anche da pressioni troppo estreme di partito. Al centro delle attenzioni ci deve essere solo la gente di Basilicata. Nient’altro».

Insomma una giornata da stakonivista. Che riprende subito per un’altro tour della Basilicata da fare al volo per incontrare quanta più gente possibile. In macchina. E con un’altra differenza: «Non mi piacciono le kermesse con tanta gente. Io preferisco incontrare le persone a piccoli gruppi per guardarli negli occhi e parlarci direttamente». L’unica eccezione sarà venerdi con la visita del leader nazionale Bruno Tabacci a Matera. ma mancano molte ore ancora e c’è da macinare chilometri.

s.santoro@luedi.it

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