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POTENZA – La squadra è quasi tutta al femminile. «E – tengono a dire – andiamo d’accordo». Sfatano il mito a Potenza, nel comitato elettorale di Marcello Pittella. Dopo la sentenza del Tar che ha riammesso in corsa la lista a sostegno del candidato presidente del centrosinistra, in via del Gallitello il clima è tornato da battaglia. La comunicazione ne sarà protagonista. Pittella si è affidato a un gruppo di professionisti diversi tra loro.  

L’agenzia Scai Comunicazione di Michele Franzese gestisce grafica e impostazione generale della campagna: quali toni, quali mezzi, un po’ spin doctor, un po’ marketing. «Promozione di un brand, ma anche capacità di arrivare a tutti». Angela Divincenzo – per più di due anni direttore del Metapontino.it – cura il blocco dei contenuti. Elisa Selvaggi è il portavoce: l’agenda di Pittella è nelle sue mani. La gestione dei social network è supervisionata da Caterina Policaro (ovunque in rete @catepol), volontaria nello staff che ha messo a disposizione la propria competenza digitale. 

Come avete immaginato questa campagna per le regionali del 17 e 18 novembre?

Michele: Non è la prima volta che lavoro a una campagna elettorale di un politico, ma questa ha qualcosa di diverso: la prima in cui il ruolo dei social media è molto forte. I commenti in rete hanno un tale peso da doverli monitorare costantemente. E poi c’è tutto un racconto che lì bisogna fare. 

Ecco, i social network in una campagna elettorale non sono più un optional. Che cosa vi restituisce quel pezzo di interazione? 

Michele: In tanti chiedono: si spostano voti? Il punto è che non c’è più differenza con la vita “reale”. Quindi la comunicazione sui social network può spostare voti così come può farlo una chiacchierata al bar. Vale se riesco a comunicare un’idea – come potrei fare anche con un manifesto – e poi a quell’idea qualcuno aderisce. Non si spostano voti, invece, se l’illusione è quella di poter vincere una battaglia pubblicando un tweet. 

Caterina: I cittadini dicono sulle bacheche online quello che direbbero in un bar, a casa, in piazza. Se sui social network compaiono critiche, lamentele, piuttosto che incoraggiamenti è giusto raccoglierli, valutarli. Come si farebbe in quel bar, o in quella piazza.

Come avete gestito l’attesa della decisione del Tar sull lista ricusata?

Angela: Nella prima fase, subito dopo l’esclusione della lista “Pittella Presidente”, abbiamo cercato di comunicare la serenità per il lavoro fatto, ma anche l’impegno rispetto all’iter che avremmo messo in piedi. Un comunicato semplice, poche righe, poi l’attesa. Abbiamo cercato di essere di sostegno. Ci aiuta Marcello in questo: è molto attento ai feedback, sente la vicinanza, si carica. E si ritaglia sempre uno spazio per rispondere. Non si vede mai in abiti sportivi.

Angela: Perché lui è così. Su questo è stato intransigente: la campagna elettorale non lo cambierà. E l’immagine passionale che dà di sé non è costruita. Noi non abbiamo dovuto stravolgere nulla, solo arricchire una modalità che gli appartiene.Il programma in 70 pagine con richiami in inglese. C’è una dichiarazione di intenti: semplicità.

Michele: Sembra una contraddizione? Non lo è. Sono convinto che non esistano il target alto o quello basso, non esiste “la signora Maria”, né dobbiamo comunicare utilizzando caratteri cubitali quasi i lucani fossero tutti anziani. Ci deve essere una comunicazione che funziona. Poi ci sarà qualcuno che indosserà gli occhiali. Le persone leggono e colgono quello che scriviamo.

Angela: C’è anche una motivazione pratica in questa scelta: il programma raccoglie davvero i contributi di categorie, gruppi e singoli a cui si è aperto fin dalle primarie. La semplicità è quella dell’approccio. Il lavoro, per esempio, non è certo una emergenza del 2013. Ma questi temi vengono declinati in proposte e attività possibili.  Marcello dice: «approccio nuovo a fatti o questioni vecchie». Per noi significa poter proporre strade e soluzioni stando alle cose, ai fatti. 

Con quali fondi? Che budget ci sarà per questo o quel progetto? In quanto tempo? Come è stata organizzata la presenza sul territorio?

Michele: Copriremo tutto il territorio regionale, cambiando luogo a seconda delle comunità da incontrare. Pittella riempie i teatri, ma è anche bersaglio costante.

Angela: Abbiamo affrontato  tutte le possibili criticità subito, sottoponendolo a una sessione di domande pungenti, le stesse in cui si sarebbe imbattuto fin dalla campagna per le primarie. Il protagonismo del fratello Gianni, rimborsopoli, gli anni in politica. Abbiamo registrato e poi rese pubbliche le risposte. Marcello riconosce alla comunicazione importanza fondamentale. Per noi è una grossa delega, grande segno di fiducia. 

Michele: Facciamo tutto in modo trasparente. La linea comune a tutti è quella di evitare mistificazioni.  

Quale slogan? 

Michele: Abbiamo scelto «rivoluzione democratica». L’obiettivo è quello di raccontare che si può operare un cambiamento all’interno di un flusso normale di cose. 

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