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POTENZA – Le cifre variano, e anche il tipo di rendicontazione. Nei documenti sulle spese del 2012, approvate nel corso del 2013 si trova di tutto, anche incongruenze che però restano soltanto sulla carta.  Vincenzo Viti, nonostante lasci al consiglio regionale più di 23mila euro, è un cliente abituale della Trattoria Lucania di Matera. Nulla di eccessivo, ma per ogni spesa di “rappresentanza” se ne vanno 520, 400 euro e poi a scalare. Cene sostanziose, come le 462 euro di acquisto di quotidiani al 31 ottobre 2012, il 30 novembre, un mese dopo, se ne vanno altre 495 euro di acquisto quotidiani e 3mila 800 euro di spese di cancelleria. Tutto rendicontato e approvato dall’ufficio di presidenza. Con Viti c’è un ritorno, perché sono spese che si erano già viste nel 2010 e nel 2011, contestate poi nell’ambito dell’inchiesta su rimborsopoli. Certo, non ci sono le spese faraoniche del 2011, ma ogni mese Viti spende dalle 300 alle quasi 500 euro di quotidiani nel corso del 2012.

Rosa Mastrosimone paga le bollette della sede di rappresentanza, la fornitura dell’acqua e soprattutto l’installazione macchina e fornitura caffè per 210 euro. Ma le sue rendicontazioni si fermano ad ottobre, mancano quelle di novembre e dicembre nell’allegato del documento. Nessun scontrino ma una voce: “spese ospitalità” da 2mila euro tonde. Non si sa di che tipo. Paolo Castelluccio va risicatissimo , il sei giugno elimina la voce di spesa alla trattoria “Frosinone”, ma comunque si concede diverse spese. Lui di giornali spende 40 euro al mese, ma pernotta spesso in hotel. La voce di spesa più alta, esclusi gli stipendi ai collaboratori è di 306 euro giustificati sotto la voce “Policoro-Roma”, certamente un viaggio. La spesa più grossa di Luca Braia è una fattura della Vodafone da 459 euro emessa a Milano.

Rocco Vita non è per niente specifico: si limita a scrivere sul foglio “Spese di viaggio” con cifre variabili dai 9 euro per  un taxi a 727 euro per tre mesi di rimborsi chilometrici. In totale ha speso più di 24mila euro in un anno, lasciandone poco più di ottomila da restituire. Alessandro Singetta continua la sua corsa ai ristoranti, compresa una fattura da più di 300 euro al Singapore Sling giustificata sempre come “rappresentanza”. ma ci starebbero anche 712 euro di rimborsi carburante inseriti senza specificare il periodo di riferimento. Anche il Take Away fa è una spesa di rappresentanza da 90 euro. Franco Mattia invece divide tutto per mese, inserisce il totale delle uscite di giugno e in una occasione quasi pareggia i 2mila 675,39 euro mensili di rimborsi articolo 11. La maggior parte dei pranzi e delle cene li fa a Roma, all’”Hostaria Mamutones”, per esempio. E in un mese spende 165 euro di giornali e riviste. Antonio Autilio ci tiene a fare bella figura con i suoi elettori tant’è che il 31 dicembre del 2012 spende 300 euro tonde per cartoline di auguri. Giuseppe Dalessandro invece oltre a non disdegnare i ristoranti si fa rimborsare il lavaggio della macchina a Potenza, lo fa una sola volta in un anno, spendendo 13 euro. Buona parte se ne va comunque nelle retribuzioni ai collaboratori, anche se 629 euro se ne vanno per le spese di viaggio del mese di maggio. E poi le ricariche telefoniche. Michele Napoli sborsa più di 800 euro per la manutenzione del sito web, molto meno delle 210 euro di un viaggio aereo “Napoli-Venezia, Trieste-Bari. Nel bel mezzo c’è anche l’acquisto di un libro (23 euro). Molte sono le voci “Non portato a rimborso” ma non si specifica il tipo di spesa. Mariano Pici è solo salari netti mensili da 728 euro circa e poi F24. E risparmia 20mila euro che riconsegna al consiglio regionale. Erminio Restaino invece fa di tutta l’erba un fascio: esclude le spese di quotidiani e riviste (237 euro in un mese) e quelle dei collaboratori (sotto la voce  “compenso professionale”) il resto è un rimborso a voce mensile variabile fino ad un massimo di 951 euro. Un altro che rendiconta in maniera piuttosto generica è Luigi Scaglione che usa lo stesso metodo, non diviso per mese ma per giorno sotto la voce “Spese di rappresentanza”. Risalta però il pernottamento in albergo, non specificato dove, per due giorni a giugno alla modica cifra di 1.014 euro e 50 centesimi. Nicola Benedetto, a parte la Tarsu del locale, spende tutto in collaboratori mentre Agatino Mancusi si affida soprattutto alla pizzeria Blu Lion, dove spende nella media ma visita spesso come rappresentanza. E anche qui il 26 giugno spunta il lavaggio della macchina per 16 euro.

Tra le schede più corpose c‘è quella di Enrico Mazzeo Cicchetti che però non specifica quasi nulla lasciando a voci generiche “Spese di rappresentanza e di segreteria” la rendicontazione delle spese. E il 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, ha anche una spesa di rappresentanza da 62 euro. Marcello Pittella consegna un bel fardello, non specifica dove va a mangiare o che tipo di acquisti fa, ma praticamente nel corso dell’anno ha un incontro di lavoro praticamente quasi ogni giorno. Le voci su spese di riunioni politiche-ristoranti si aggirano sugli 11 mila euro arrotondati per difetto, l’unica voce di spesa più altra è quella per i compensi dei collaboratori, quasi 12mila euro. Alcune volte è al ristorante più volte al giorno, anche se non si sa se a Potenza o in altri luoghi. Sta di fatto che il documento è fittissimo e alcune volte si arriva anche a tre o quattro pranzi fuori a settimana. Vincenzo Folino lascia poco meno di 3mila euro da restituire ma specifica bene le sue spesse. Ci sono i compensi ai collaboratori e i rimborsi chilometrici per viaggi istituzionali tutti quanti in direzione Roma. Spese in media da 250 euro a viaggio ai quali si aggiungono i taxi e le spese di servizio, o meglio di “ristoro” da circa 180 euro.

Francesco Mollica è praticamente un disco rotto: una lunga fila di “Spese di rappresentanza” e “scontrini” divisi per messe con spese estremamente variabili. Ci sono anche consulenze che superano i mille euro, incastrate in fogli word che di trasparente non hanno quasi nulla se non data, descrizione, entrate, uscite e saldo. Tutta altra pasta il consigliere Vito Gaudiano che si prende la briga di rendicontare dove è stato, in quali ristoranti (i fratelli la Bufala vanno per la maggiore) e i giornali comprati. la spesa più alta è una consulenza tecnico giuridica da oltre 6mila euro. Si affida anche ad un revisore contabile per una “consulenza professionale tecnica nell’ambito dell’esame e valutazione di documentazioni e atti regionali”, costo 1887,60 euro. Ernesto Navazio, lo abbiamo già detto ieri, si butta nel grande paradosso di spendere più di 6mila euro per far stampare dei manifesti per la campagna sulla spending review. Tagliare sì, ma non sulla campagna informativa, a quanto pare, che sul web non funziona come si deve. Gennaro Straziuso è uno di quelli che invece rendiconta tutte le cene e i ristoranti. Dice dove è stato, (Filo d’Oro, Sfinge, Stasera pago io, Akeruntia, Gambero Rosso, Flying Ship e altri). Tutte quante spese di rappresentanza variabili tra i 100 e i 300 euro di cena in pizzeria. Fino al 29 dicembre è un elenco infinito di pizzerie e osterie e ristoranti. Stesso discorso si potrebbe fare per Pasquale Robortella, che va girando pizzerie tra Tito, Senise, Rionero, Potenza, Sant’Arcangelo, Missanello, Armento e Valsinni specificando ogni volta dove. Spende 370 euro all’agriturismo Modarelli il 26 marzo, giustificandolo alla voce “rappresentanza”. Nicola Pagliuca è più sobrio: scrive soltanto “ristorante” con spese abbordabili. ma c’è da contare anche i saldi delle bollette i taxi e gli alberghi. E soprattutto i rimborsi chilometrici da oltre mille euro.

Mario Venezia per i manifesti spende oltre ottocento euro ma c’è molto altro che non viene riportato a rimborso. E guardacaso le voci cancellate sono spesso a ridosso di feste comandate, tipo la Pasqua. Rosa Gentile, visto il suo brevissimo periodo nel 2012 rilascia tre fatture e sfora il budget del mese. Fattura “Tempor” da 2.530,92 euro, fattura “punto e a capo” da 85,20 e ricevuta “Grande Albergo““”  da 120 euro.  Solo “salari” ed “F24” per Gianni Rosa, che comunque sfora il tetto annuale mentre Giannino Romaniello rendiconta tutto. Una delle spese più alte è di 1287 euro per attrezzatura hardware e software, un computer portatile poi restituito alla Regione al termine del mandato. Ci sono, però, anche consulenze da oltre 1700 euro. Attilio Martorano è quello che segnala il numero di fattura e la data, ma lascia alla voce soltanto “spese di rappresentanza” generiche e compensi degli assistenti. Vilma Mazzocco paga parecchie consulenze e collaborazioni, ma non si concede neanche un ristorante. E infine arriviamo a Vito De Filippo che praticamente paga soltanto la Tempor a 2mila 045 euro al mese, restituendo alla fine 7mila 240 euro e 70 centesimi.

v.panettieri@luedi.it

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