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Angelo Chiorazzo

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Angelo Chiorazzo, dopo una lunga riflessione, in vista delle elezioni regionali dice sì alla candidatura a governatore proposta da laici cattolici e Pd

POTENZA – «Avverto il dovere morale di non sottrarmi e, con umiltà, faccio appello a tutti i lucani che vogliono offrire il proprio contributo per costruire un futuro migliore a vantaggio della nostra Terra». Sono queste le parole con cui ieri pomeriggio, con un comunicato, il re delle coop bianche lucane ha annunciato la sua discesa in campo da candidato governatore alle elezioni regionali di inizio 2024.

L’imprenditore di Senise, allevato a pane e politica da personalità come Giulio Andreotti e Gianni Letta, ha sciolto la riserva a più un mese dall’investitura pubblica ricevuta, a fine ottobre, da parte del laicato cattolico di centrosinistra, organizzatosi nell’associazione Basilicata casa comune, e – a seguire – dal Partito democratico. Un mese trascorso a ultimare la tessitura di un progetto politico che viene da lontano, ma sempre a distanza di sicurezza dai riflettori.

Continuando la sua vita di sempre, tra interviste al Tg1 sulla sua conoscenza giovanile del fondatore di Comunione e liberazione, e l’organizzazione di grandi eventi in Vaticano come l’incontro del 6 novembre tra Papa Francesco e settemila bambini provenienti da 84 Paesi diversi. Il tutto in attesa di un “sì” del Movimento 5 stelle che ancora tarda ad arrivare.

Nonostante la conoscenza personale dell’ex premier Giuseppe Conte, e la presenza di sostenitori anche tra gli attivisti lucani, affascinati dalla novità e dal carattere civico della sua iniziativa politica. Di qui la decisione di rompere gli indugi, a circa 100 giorni dalla data più probabile del voto, il 10 marzo, mettendo i pentastellati davanti al fatto compiuto per costringerli ad assumere una posizione. Proprio come avvenuto con gli amici del Pd a fine ottobre, costretti a inseguire Basilicata casa comune dopo aver spento sul nascere qualunque discussione sul candidato governatore per tutta l’estate.

«La nostra Basilicata è una terra meravigliosa». Così l’imprenditore 50enne, fondatore della coop Auxilium, che in Basilicata gestisce il mega appalto per l’assistenza domiciliare integrata. «Ci sono innumerevoli potenzialità e opportunità di crescita e di sviluppo. I lucani meritano molto di più di quello che oggi chi li governa ha saputo costruire. L’amara verità, però, è che negli ultimi anni è stato toccato il fondo a causa di una gestione politica miope e senza alcuna visione di futuro. Si avverte una forte volontà di riscatto in ogni angolo della nostra Regione. C’è voglia di evitare il declino e, allo stesso tempo, la consapevolezza che servano un rinnovato impegno e una classe dirigente nuova e appassionata per voltare pagina».

Il vicepresidente del Potenza calcio del patron Donato Macchia, e principale sponsor delle feste del quotidiano dei vescovi, l’Avvenire, che da 7 anni a questa parte animano le estati di Maratea e Matera, ha spiegato di avere «la fortuna di incontrare, quotidianamente, molte persone animate dal mio stesso spirito, e tutti insieme siamo al lavoro per un progetto nuovo».

«Queste persone, che ringrazio per l’attestazione di stima, mi hanno chiesto di mettermi al servizio del Bene Comune». Ha aggiunto ancora Chiorazzo. Di qui il suo appello: «alle forze politiche, sociali ed economiche che non intendono arrendersi a questo presente; alle tante realtà associative del nostro territorio che ogni giorno, anche attraverso azioni di volontariato, si spendono già per una Basilicata migliore».

«Mi rivolgo anche a chi, sfiduciato, ha rinunciato finora a partecipare e a sentirsi parte attiva di un progetto di rinascita». Ha proseguito. «E’ necessario aprire subito un confronto programmatico, per il quale il contributo di ognuno sarà determinante per aprire una nuova stagione».

Il neo candidato ha indicato, sommariamente, anche le sue personali linee programmatiche su cui pare determinato a invitare a una discussione, nei prossimi giorni, i partiti di un possibile fronte anti-centrodestra: dagli amici di Pd, Verdi e Italia viva, ai più critici, come i pentastellati. Vale a dire Sinistra italiana, Psi e Azione, al cui interno l’ex governatore Marcello Pittella resta alla guida di una frangia di diffidenti.

«Lo sfascio della sanità lucana, prima competenza della Regione per importanza e peso, sarebbe di per sé sufficiente a giustificare la necessità di un impegno». Ha dichiarato Chiorazzo. «Ci sono, poi, le emergenze legate allo spopolamento e alla mancanza di lavoro, con le vicende del polo Stellantis da gestire; ci sono la crescente povertà e le carenze infrastrutturali; le questioni cogenti della tutela e valorizzazione dell’ambiente partendo dalla gestione dell’acqua per arrivare alle politiche di transizione energetica; la necessità di offrire servizi e risposte ai bisogni degli anziani e delle persone con disabilità ma anche occasioni ai giovani affinché non siano costretti ad emigrare. Ancora: c’è la spada di Damocle del progetto di autonomia differenziata che potrebbe spaccare il Paese e relegare regioni come la nostra all’inesorabile marginalità, in luogo di una più auspicabile centralità della Basilicata e del Mezzogiorno. E questo è solo un primo elenco».

L’imprenditore ha tratteggiato anche un’emergenza informazione in Basilicata sostenendo che a spingerlo a spendersi con tutte le sue forze «c’è un’altra mancanza, non meno importante (…) quella della verità».

«La carenza di verità è una deriva accentuata, negli ultimi anni, da chi ha, in realtà, la testa e il cuore fuori dalla Basilicata e pensa di poter manovrare i lucani con la mistificazione». Ha proseguito. Quindi ha puntato il dito contro «chi usa sospetti e insinuazioni per dividere una comunità che ha invece bisogno di lavorare unita, e maneggia la menzogna per delegittimare coloro che, semplicemente, non accettano questa deriva in silenzio».

Nessun riferimento esplicito, insomma, ai destinatari della sua invettiva, anche se nei giorni scorsi l’«opera di mistificazione (…) di chi si è affannato a banalizzare un percorso etichettandolo come “lista dei vescovi”», era stata già denunciata da Lindo Monaco, coordinatore di Basilicata casa comune. Una denuncia veemente, dopo giorni in cui l’iniziativa politica del laicato cattolico era stata collegata, su “Basilicata next generation”, canale Telegram dei fedelissimi del governatore Vito Bardi, persino alle ombre che ancora inseguono la diocesi di Potenza per la gestione del caso di Elisa Claps, e la riapertura al culto della chiesa della Trinità.

«C’è chi usa sospetti e insinuazioni – queste le parole del neo candidato – per dividere una comunità che ha invece bisogno di lavorare unita, e maneggia la menzogna per delegittimare coloro che, semplicemente, non accettano questa deriva in silenzio. Noi vogliamo e possiamo insieme costruire un’altra Basilicata che sappia camminare a testa alta: dinamica, inclusiva, aperta e solidale».

«Da oggi, con cuore e determinazione, ci dedicheremo a trasformare la nostra Regione in un luogo migliore per tutti». Così Chiorazzo ha concluso la sua nota. «Sono convinto che, insieme, possiamo dar vita a un cambiamento significativo e duraturo, affinché la nostra Basilicata brilli come esempio di progresso e solidarietà».

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