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Il re delle coop, Chiorazzo, chiede un confronto con la segretaria Pd Schlein; possibile anche un accordo su nuovo nome candidato alle regionali in Basilicata


POTENZA – Potrebbe chiudersi con un stretta di mano e uno scambio di numeri di telefono con la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, la corsa come candidato governatore del re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo.
E’ questa la speranza che ieri si è fatta largo, nella sede nazionale di Largo del Nazareno, dopo un ulteriore faccia a faccia tra lo stesso Chiorazzo, il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, e i luogotenenti di Schlein e del presidente del partito, Stefano Bonaccini. Vale a dire il responsabile organizzazione Igor Taruffi, e il responsabile enti locali, Daniele Baruffi.
«Siamo ottimisti, le cose si stanno instradando nel verso giusto».
Queste le parole affidate da Baruffi al Quotidiano del Sud, a proposito delle trattative in corso per superare lo stallo venutosi a creare nella costruzione di un “campo largo” o “giusto”, sul modello di quelli battezzati in Sardegna e Abruzzo, in grado di contendere al centrodestra il governo della Regione Basilicata. A due settimane dalla scadenza del termine per formalizzare candidature e liste in vista del voto del 21 e 22 aprile.
Baruffi si è dichiarato ottimista anche a domanda esplicita su un eventuale accordo già raggiunto col re delle coop, che il Pd vorrebbe tenere in “squadra” coi suoi fedelissimi, a sostenere un candidato governatore alternativo. Capace di tenere assieme anche i partiti che nei mesi scorsi si erano dichiarati contrari a concedergli la guida della coalizione. Dal Movimento 5 stelle al Psi, passando per Azione, Alleanza Verdi Sinistra e Basilicata possibile.
«Ci stiamo lavorando». Queste le parole di Baruffi.

Quanto ai passi successivi della trattativa, fonti accreditate parlano della richiesta di Chiorazzo, che sulle relazioni ha costruito molti dei suoi successi imprenditoriali, di un confronto personale con Shlein. Un po’ come quello avuto lunedì sera a cena, a Roma, con la numero 2 del Movimento 5 stelle, Paola Taverna, che gli ha ribadito l’indisponibilità dei pentastellati a un percorso politico comune.
Per tutta la giornata di ieri, però, non sono mancate voci, più o meno impazzite, sui nomi dei candidati alternativi che lo stesso Chiorazzo sarebbe pronto a proporre a Pd e alleati, in cambio del suo passo indietro. Nomi di “chiorazziani” di fede incrollabile come la sindaca di Genzano Viviana Cervellino, che lo ha accompagnato anche lunedì alla cena con Taverna, e il sindaco di Castelmezzano, Nicola Valluzzi. O ancora il presidente e il coordinatore politico dell’associazione degli ex laici cattolici lucani, Basilicata casa comune, che per primi lo avevano indicato come candidato governatore: Fausto Santangelo e Lindo Monaco.

A contendere la guida della coalizione ai “chiorazziani” restano, comunque, i nomi individuati nella società civile dal Movimento 5 stelle, e già valutati positivamente da Azione, Psi, Alleanza Verdi Sinistra, e Basilicata possibile. Vale a dire il presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, Rocco Paternò, e l’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, dopo il passo indietro compiuto dall’ex presidente della Corte d’appello di Potenza, Alberto Iannuzzi.
Poi ci sono i nomi di estrazione politica al centro del chiacchiericcio interno al Partito democratico, come il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, il segretario regionale dei democratici, Giovanni Lettieri, l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, e l’ex ministro Roberto Speranza. Per quanto quest’ultimo continui da mesi a dirsi indisponibile. Come peraltro avvenuto anche in occasione delle ultime due elezioni regionali in Basilicata.

Oggi stesso (7 marzo) Chiorazzo dovrebbe confrontarsi coi suoi sul da farsi. Poi dovrà dare una risposta al Pd sulle sue intenzioni e potrebbe essere fissato l’incontro con Schlein, alle prese con la chiusura della campagna elettorale per il voto di domenica in Abruzzo.
L’obiettivo dei democratici, infatti, è quello di raggiungere un’intesa entro venerdì in maniera da sottoporla agli alleati, M5s in primis, e ufficializzare il candidato governatore al più tardi lunedì. In modo da poter sfruttare i 10 giorni successivi per comporre le liste di aspiranti consiglieri regionali e raccogliere la documentazione necessaria alla presentazione delle candidature.
Di qui la paura, recondita, di una strategia dilatoria da parte di Chiorazzo, che da mesi insiste sulla sua candidatura, senza badare a spese, nonostante le resistenze emerse già all’indomani della sua discesa in campo, a fine ottobre.
Più ci si avvicina alla scadenza del termine per la presentazione di liste e candidature, d’altronde, più è destinato a diventare attrattivo il “pacchetto” offerto dal re delle coop ai suoi possibili sostenitori. Proprio per l’esaurirsi del tempo necessario a mettere in mare un progetto alternativo.
Ad alimentare i timori di un temporeggiamento finalizzato, ieri, c’ha pensato lo stesso Chiorazzo attribuendo ai 5 stelle le responsabilità per la mancata nascita del più ampio fronte progressista lucano. E rimarcando il voto con cui sabato scorso i democratici lucani, in aperta contrapposizione alle indicazioni dei dirigenti nazionali del partito, hanno ribadito il loro sostegno “senza se e senza ma” alla sua candidatura.
«La direzione regionale del Partito democratico e’ stata chiara nel votare a favore della mia candidatura». Queste le dichiarazioni di Chiorazzo all’Agi. «C’è un dialogo aperto, vediamo cosa succederà. Il nodo? E’ il Movimento 5 stelle».

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