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Angelo Chhiorazzo

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Regionali Basilicata: l’ex governatore Pittella prova a convincere l’imprenditore di Senise, Chiorazzo a riaprire la partita per la candidatura alla presidenza della Regione


POTENZA – Per i vertici di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, la partita è finita. Ed è Domenico Lacerenza il candidato governatore del fronte giallo-rosso. Ma per l’ex governatore Marcello Pittella ci sono ancora i minuti di recupero da giocare. E se il re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, ritirerà il suo sostegno a Lacerenza potrebbe persino tornare ad aspirare alla guida della coalizione.
Si è ripreso la scena così, ieri pomeriggio, l’ultimo governatore lucano di centrosinistra. A sette giorni dalla scadenza del termine per la presentazione di liste e candidature, e alla vigilia della due giorni in Basilicata del leader del suo partito, Carlo Calenda, che oggi stesso potrebbe annunciare il sostegno di Azione al governatore uscente, Vito Bardi, in corsa per un secondo mandato presidenziale alla guida della coalizione di centrodestra.

La mossa dell’ex governatore è arrivata dopo 36 ore di polemiche che lui stesso aveva innescato, mercoledì sera. Per la mancata condivisione coi calendiani della scelta compiuta da Pd, M5S e Chiorazzo sulla candidatura a governatore del primario della struttura interaziendale di oculistica di base al San Carlo di Potenza.  Archiviando, dopo mesi di dialogo tra sordi, proprio quella del re delle coop, mai digerita dai pentastellati, e dalla maggioranza della coalizione in costruzione sull’asse giallo-rosso.
A fornire l’occasione a Pittella e Pessolano per provare a tornare al centro dei giochi, a sette giorni dalla scadenza del termine per la presentazione di liste e candidature per il voto lucano del 21 e 22 aprile, sono stati i crescenti malumori rispetto alla candidatura di Lacerenza. Specie di chi aveva sostenuto con maggiore convinzione quella del fondatore della coop Auxilium. Vale a dire gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune, e il Pd. Di qui la proposta di mettere da parte l’oculista 66enne, molto vicino a un altro ex governatore, in rapporti non proprio idilliaci con Pittella, come Vito De Filippo, per scegliere una nuova guida per “il campo giusto” composto da Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa. Allargato ai chiorazziani di Basilicata casa comune. E rafforzato ulteriormente da Psi e Basilicata possibile, oltre che da Azione.

Ieri pomeriggio nella sede regionale del Pd di Poggio Tre Galli, a Potenza, dopo una prima convocazione andata semi deserta giovedì, erano presenti i referenti di tutte le forze politiche di questo ipotetico fronte progressista, che ambisce a contendere al centrodestra il governo della Basilicata.
Il duo calendiano Pittella-Pessolano ha anche indicato una rosa di possibili candidati governatori alternativi a Lacerenza. Con candidati politici del Pd come il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese e il consigliere regionale Roberto Cifarelli. Più altri candidati politici dei 5 stelle come il presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano, e il coordinatore regionale del Movimento, Arnaldo Lomuti.
E poi i due candidati civici già individuati dai pentastellati e valutati positivamente da Azione, Psi, Basilicata possibile e Alleanza Verdi Sinistra. Il presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, Rocco Paternò; e l’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio. Infine lui, Chiorazzo, ritiratosi a malincuore dalla corsa soltanto mercoledì sera. Dopo averle provate tutte, per oltre sei mesi, per coalizzare attorno a sè qualcosa in più del Pd e del suo braccio politico, Basilicata casa comune. Nonostante l’imponente macchina elettorale approntata, senza badare a spese, e una serie di iniziative già svolte sul territorio.

A vacillare vistosamente di fronte alla proposta dell’ex governatore e del segretario regionale di Azione, quindi, sono stati proprio i referenti di Basilicata casa comune. Alla seconda partecipazione a questo tipo di incontri del “cantiere progressista”. Di qui la richiesta del presidente dell’associazione degli ex laici cattolici, Fausto Santangelo, di dieci minuti di sospensione per un breve consulto coi suoi nel comitato elettorale di via del Gallitello. Dieci minuti che in breve sono diventati venti, poi trenta, infine tre ore. Con i telefoni di Santangelo e degli altri esponenti dell’associazione, incluso quello di Chiorazzo in persona, che squillavano a vuoto.
Dunque riunione terminata; con un nulla di fatto e l’impegno a rivedersi, forse oggi stesso, per proseguire la discussione. Anche se Pittella e Pessolano potrebbero essere assenti per stare a Matera al fianco di Calenda. Che intanto ha aperto alla possibilità di una corsa in solitaria di Azione, ricandidando come governatore Pittella.
A margine dell’incontro tra i referenti delle varie forze politiche del “campo giusto allargato” lucano la conferma della candidatura di Lacerenza è arrivata anche da Conte in persona. Che ha commentato ad alcuni dei giornalisti che gli chiedevano di un possibile avvicendamento («Perché dovremmo cambiare?»).
Mentre Lomuti ha confermato che la rosa di nomi dei calendiani tavolo. Ma ha aggiunto che «il Movimento cinque stelle non cambia la sua posizione: il nostro candidato è Domenico Lacerenza».
«Non c’è nessuna spaccatura con il Movimento nazionale – ha aggiunto il deputato venosino – noi siamo pronti con le liste».

Il punto sulla situazione tra i possibili alleati del “fronte progressista” della Basilicata era stato anticipato, in mattinata, da una riunione a distanza tra gli esponenti di vertice del Pd lucano, e i responsabili nazionali per l’organizzazione e gli enti locali del Nazareno, Igor Taruffi, fedelissimo di Schlein, e Davide Baruffi, molto vicino al presidente dell’assemblea dei democratici, Stefano Bonaccini. Un primo confronto dopo la cacciata dei due dirigenti nazionali dalla direzione regionale del Pd. Che a inizio mese aveva confermato il sostegno “senza se e senza ma” a Chiorazzo, e il commissariamento di fatto del partito lucano. Che ha portato al passo indietro del re delle coop e all’individuazione di Lacerenza come candidato alternativo.
Ai capicorrente lucani Taruffi e Baruffi hanno evidenziato l’impossibilità di tornare indietro sulla candidatura dell’oculista originario di Barletta. Dal momento che Schlein e il capo politico dei 5 stelle, Giuseppe Conte, si sono esposti pubblicamente al riguardo. Per questo hanno rivolto anche un appello alla responsabilità a quanti nutrono riserve in proposito. Appello sostanzialmente raccolto, nonostante i diversi stati d’animo. Con un proattivo De Filippo e uno sconfortato Roberto Speranza, che è chi aveva puntato più di tutti sull’ascesa di Chiorazzo. Mentre il segretario regionale Giovanni Lettieri ha chiesto inutilmente un ripensamento sulla candidatura di Lacerenza. Evidenziando che alcune disponibilità a far parte della lista di aspiranti consiglieri regionali del Pd sarebbero venute meno. Dopo il passo indietro di Chiorazzo, e che sarebbero in difficoltà anche i “chiorazziani” di Basilicata casa comune. Proprio loro che avrebbero dovuto trainare la coalizione alla vittoria grazie alla spinta del civismo.

I due dirigenti nazionali Pd hanno anche chiesto agli esponenti di vertice del Pd lucano di non soffiare sul fuoco dello scontento dei “chiorazziani”. Rilanciando petizioni per chiedere al re delle coop di tornare sui suoi passi e rimettersi in corsa come candidato governatore.
Qualche minuto prima, però, il commissario del Pd di Anzi, Giovanni Petruzzi, aveva già condiviso sulla sua bacheca Facebook un documento a nome di non meglio identificati «attivisti, sindaci, sindacalisti e dirigenti politici del Pd di Basilicata», in cui si chiede di accantonare Lacerenza e di indicare la «migliore candidatura possibile per sconfiggere il Centrodestra, che per noi continua ad essere quella di Angelo Chiorazzo o in alternativa su una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell’impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni».
«Se questo appello non fosse accolto in tempi rapidi – prosegue il documento – valuteremo le condizioni per promuovere autonomamente un innovativo polo dell’orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali sia il centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che – forse – si realizzerà a sostegno di Lacerenza».

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