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Vito Bardi e Francesco Piro

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«USCIRE dalla Società dell’Aereporto di Pontecagnano è una vera follia. Dopo anni di investimenti si recuperano solo briciole». A dirlo ieri, aprendo una nuova crepa nella maggioranza regionale, è stato il capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro, commentando l’annuncio del governatore Vito Bardi che sempre ieri, su Facebook, aveva confermato le notizie al riguardo.

«Abbiamo esercitato il recesso immediato dalla “Società consortile Aeroporto di Pontecagnano”, un altro errore che abbiamo ereditato dal passato». Questo il messaggio di Bardi, che ha aggiunto che «tutte le attenzioni e le risorse della Regione Basilicata sono ora indirizzate verso l’aeroporto di aviazione generale di Pisticci». Di tutt’altro avviso, invece, il capogruppo forzista per cui anche «la scusante della società in perdita non regge».

«Si dovrebbe uscire allora da tutte le società in perdita?» Si è domandato ancora Piro, per poi concludere criticando la mancata condivisione di una scelta del genere da parte della giunta regionale con la maggioranza che la sostiene all’interno del parlamentino lucano. O quantomeno dovrebbe, data la richiesta esplicita di un ulteriore rimpasto avanzata giovedì dal consigliere regionale Vincenzo Baldassarre, già assessore all’Agricoltura per 3 settimane nella sfortunata giunta del Bardi bis.

Baldassarre aveva rivolto anche un «appello» al governatore «affinché prenda visione dell’evidente stato delle cose». «Noi possiamo dire che non abbiamo più una maggioranza politica se ogni volta dobbiamo ridurci a questo, se i nostri consigli devono trasformarsi in un’agonia». Aveva aggiunto il consigliere regionale. «Devo dire che il Bardi ter è nato male, perché comunque è nato su una serie di ricatti per riportare la maggioranza all’ovile. È nei poteri del presidente trarre le conclusioni, e se necessario cambiare le cose».

«Comunque le crisi ci sono sempre state nelle consiliature – aveva concluso Baldassarre –, si possono ricercare altre strade perché tante persone di buona volontà all’interno di questo Consiglio io le vedo e quindi il mio è un invito al presidente affinché recuperiamo il ruolo del Consiglio, recuperiamo una capacità amministrativa. E se non ci riusciamo recuperiamo almeno la dignità e sapremo cosa fare».

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