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Vito Bardi

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Con le dimissioni di Bortolan aumentano le nomine che Bardi deve assegnare prima della fine della legislatura. Ma i meloniani si mettono ancora di traverso

POTENZA – Potrebbe giocarsi sulla prossima, ed ultima tornata di nomine della legislatura regionale la candidatura alla presidenza della giunta della coalizione che da 4 anni e mezzo guida la macchina di via Verrastro. Prima ancora che sui tavoli tra i leader nazionali del partiti che la compongono.

E’ questo lo scenario che va delineandosi dopo le dimissioni dell’ingegnere vicentino Francesco Bortolan dall’incarico di direttore generale del Dipartimento politiche della persona della Regione Basilicata, e la probabile partenza per Frosinone dell’attuale direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera, nonché commissario del Centro oncologico regionale di Rionero, Sabrina Pulvirenti.

Con le postazioni lasciate libere da Bortolan e Pulvirenti, infatti, salirebbero a 13 gli incarichi che il governatore Vito Bardi sarebbe chiamato a distribuire prima della scadenza naturale della legislatura, ad aprile dell’anno prossimo. Incluse le presidenze del Parco del Vulture e del Parco delle chiese rupestri di Matera che sono di competenza del Consiglio regionale ma non potranno che essere assegnati all’interno di una più ampia composizione di interessi tra le forze della maggioranza.
Sarebbero già diverse settimane, in realtà, che il governatore e i suoi fedelissimi lavorano a uno schema che soddisfi i partiti della coalizione. Un’operazione complessa, ma che a ben vedere avrebbe potuto conquistare preziosi alleati alla causa della candidatura per un secondo mandato del governatore uscente.

A mettervisi di traverso, quindi, è stato il nocciolo duro dei Fratelli d’Italia, memore dell’affronto subito, a marzo dell’anno scorso, in occasione del primo di due rimpasti di giunta in rapida sequenza. Con la promessa di Bardi all’attuale premier Giorgia Meloni di un secondo assessore tradita per far posto a un ex meloniano come Vincenzo Baldassarre, estromettendo del tutto Fratelli d’Italia dalla giunta. Fino alla retromarcia col riconoscimento di due assessori, ma il veto sulla conferma in giunta del poi eletto senatore, nonché fondatore del partito dei patrioti lucano, Gianni Rosa.

A fine luglio, in particolare, da un incontro romano tra i vertici regionali e nazionali del partito della premier è filtrata la decisione di anticipare il veto a un’eventuale candidatura di Bardi per un secondo mandato, chiamandosi fuori dalla prossima, imminente tornata di nomine. Lasciando Bardi senza nomi per riempire le caselle. Nonostante l’appetibilità di molte di queste come le direzioni generali dell’Azienda ospedaliera San Carlo, oltre che di Crob, Asm e Dipartimento salute, più le posizioni di vertice del Consorzio di bonifica, e le direzioni di Acquedotto lucano spa e Apibas. Tutti incarichi da oltre 100mila euro di retribuzione annua, a cui andrebbero aggiunti, con retribuzioni progressivamente inferiori, le direzioni della Società energetica lucana, e della Fondazione ambiente Basilicata.

Un dilemma difficile da risolvere, insomma, per il governatore e i suoi fedelissimi, che rischiano di finire nel mirino qualunque cosa facciano.

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