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La Regione Basilicata

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POTENZA – Una tegola da 65milioni di euro sul bilancio della Regione Basilicata: 32 e mezzo per le spettanze residue di Trenitalia per i servizi di trasporto pubblico locale; più altri 29 per un vecchio debito risalente al 1995 che la stessa Trenitalia ha rilevato dalle autolinee Sita, lievitato per effetto degli interessi da 16.694.231,67 euro a 29.891.347,09 euro «alla data del 31 dicembre 2021».

È questo l’oggetto dell’«atto ricognitivo» approvato nei giorni scorsi dalla giunta regionale guidata dal governatore Vito Bardi, delegando la sua sottoscrizione, e la chiusura delle trattative con Trenitalia sulle somme in questione, al direttore generale del dipartimento Programmazione e gestione delle risorse strumentali e finanziarie della Regione, Alfonso Morvillo.

L’impegno della Regione al pagamento di quanto dovuto è arrivato un anno e mezzo dopo il no della Corte di cassazione alla richiesta di revocazione di una sua precedente sentenza del 2018 su un credito milionario per la gestione del trasporto pubblico locale tra il 1987 e il 1991, passato da Sita alle Ferrovie dello Stato e da queste a Trenitalia. Credito equivalente alle somme necessarie per il ripianamento integrale dei disavanzi di esercizio sopportati dalle autolinee nella gestione del servizio pubblico a loro affidato.

Nella delibera della giunta regionale viene indicato anche un «piano di rientro» che prevedeva che 5milioni di euro fossero pagati entro il 31 dicembre del 2022 «a titolo di acconto», mentre il grosso dovrebbe essere corrisposto entro il 20 gennaio 2024. Ovvero: «24.891.347,09 euro a titolo di “saldo” relativo alle somme liquidate» dalla sentenza “ex Sita”; più «32.579.393,93 euro a titolo di pagamento complessivo della sorte capitale riferita ai crediti scaduti ed esigibili relativi al corrispettivo degli esercizi 2020-2021 del contratto di servizio come sopra riepilogati, a seguito del completamento della procedura del riconoscimento dei debiti fuori bilancio».

Inclusi «gli interessi contrattualmente dovuti e riferiti ai crediti maturati e non saldati 2020 e 2021 derivanti dal CdS dalla data di scadenza fatture, quantificabili in 3.246.625,89 euro». Nella delibera la giunta regionale di riserva anche «di verificare se, sulla base degli atti istruttori sopra riportati e, in particolare, nel parere dell’organo di revisione dei conti, sussistono eventuali profili di responsabilità erariale in ordine ai pagamenti effettuati». Nell’eventualità che fossero ravvisati, quindi, dovrebbe partire una segnalazione alla Corte dei conti, che potrebbe a sua volta contestare il relativo danno erariale a qualcuno degli amministratori che si sono avvicendati negli uffici competenti della Regione dal 1995 a oggi.

Nei 65milioni di euro dovuti sono inclusi anche «794.289,23 euro a titolo di spese di lite». A parte, invece, c’è l’imposta di registro per la sentenza della Corte d’appello di Potenza che definito il caso, pari a 383.261,69 euro. Nello schema della «ricognizione», si dà anche «atto che gli impatti sul conto economico regionale, derivanti dai tardati pagamenti, saranno considerati a carico della Regione in sede di confronto».

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