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Vito Bardi

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Scongiurata la possibilità di accorpare alle europee, per le elezioni regionali Vito Bardi dovrà scegliere una data, tra il 24 febbraio e il 26 maggio

POTENZA – Anticipare il più possibile il voto, che per legge potrebbe svolgersi già il 24 febbraio, prendendo in contropiede un fronte di centro-sinistra ancora in via di composizione, e i propri rivali interni, determinati a negargli la candidatura a un secondo mandato. C’è anche questa tra le tentazioni per il governatore Vito Bardi, quando mancano ormai pochi mesi alla scadenza naturale della legislatura regionale.

Nei giorni scorsi dopo le polemiche innescate da Fratelli d’Italia sulla gestione della sanità erano diventate insistenti le voci di un possibile “rompete le righe” del generale. Con lo scioglimento anticipato del Consiglio ed elezioni non più tardi di novembre.

Congelata la questione irrisolta dei fondi per le prestazioni extra budget delle strutture private, tuttavia, restano aperti i problemi politici a monte. Vale a dire l’indisponibilità dei meloniani a sostenere un bis del governatore uscente. Come pure l’ambizione dei leghisti lucani rispetto alla guida della coalizione. Nell’ambito di un più ampio riequilibrio a livello nazionale tra le varie anime del centrodestra, che già governa tutte e cinque le regioni in cui si andrà al voto in primavera. Due con governatori espressione di Forza Italia. Due con governatori espressioni del Carroccio. E una sola con un governatore dei Fratelli d’Italia, che oggi rappresentano da soli i due terzi dei voti della coalizione.

A complicare ulteriormente il quadro c’è la quasi concomitanza del voto nelle regioni con quello per il rinnovo del Parlamento europeo. Da Bruxelles, infatti, hanno ufficializzato che le consultazioni si svolgeranno tra il 6 e il 9 giugno, dando la possibilità ai vari stati membri dell’Unione di optare per il giorno ritenuto migliore.

Dal momento che la scadenza naturale della legislatura regionale lucana è fissata per legge il 24 marzo, quindi, non sarebbe applicabile la legge sul cosiddetto “election day”. Ovvero l’accorpamento tra consultazioni di diverso tipo, che invece verrà quasi certamente effettuato con la tornata di amministrative. Altro appuntamento molto atteso in Basilicata dal momento che in gioco ci sarà l’amministrazione comunale del capoluogo, Potenza.

Il punto è che tra il 24 marzo e il 6 giugno intercorrono 73 giorni mentre la legge sull’ “election day”, recepita anche nella normativa elettorale regionale, prevede la possibilità di estendere la durata del parlamentino lucano non oltre 60 giorni.
In questi termini si espresse, per esempio, il Tar Basilicata nel 2019. Stoppando proprio il tentativo di accorpare le elezioni regionali con le europee, da parte dell’allora governatrice facente funzioni Flavia Franconi, in sostituzione del governatore titolare Marcello Pittella (sospeso dall’incarico per le note vicende giudiziarie).

A meno di un intervento normativo in extremis, insomma, spetterà solo e soltanto al governatore Bardi decidere la data dello svolgimento delle consultazioni tra la quarta domenica precedente alla scadenza della legislatura, che cade il 25 febbraio, e il sessantesimo giorno successivo che sarebbe il 24 maggio. Ed è ed è su questa scelta che in Basilicata, come nelle altre regioni che andranno al voto, si annunciano scelte strategiche da parte degli uscenti.

In Piemonte, ad esempio, è già scattato l’allarme tra Pd e Movimento 5 stelle per la possibile anticipazione di due mesi delle consultazioni rispetto alla data prevista prevista, a fine maggio, Un’anticipazione che toglierebbe alla coalizione in via di costruzione tempo utile, anzi necessario, per completare il lavoro di costruzione dell’intesa. A partire dalla scelta del metodo con cui designare il candidato governatore, eventualmente con il ricorso a primarie. Stesso dilemma, insomma, in cui si trovano imprigionati da settimane anche il Pd e il Movimento 5 stelle della Basilicata.

Per comprendere le ragioni delle preoccupazioni basta guardare alla tempistica dell’unica campagna elettorale lucana in cui il candidato governatore è stato scelto con le primarie.

Era il 2013 e il blocco deciso dai vertici del Pd alla candidatura dei dei consiglieri regionali uscenti coinvolti nell’inchiesta “rimborsopoli” scatenò la rivolta dell’allora consigliere regionale Marcello Pittella, che a luglio portò all’indizione delle consultazioni aperte. Consultazioni che poi si svolsero a settembre, con appena due mesi di anticipo rispetto alle votazioni vere e proprie.

Laddove il governatore Bardi dovesse decidersi per fissare il voto a fine febbraio, quindi, agli esponenti del nuovo centro-sinistra non resterebbe che un mese per sciogliere il nodo primarie sì – primarie no, e avviare l’organizzazione delle consultazioni con appena quattro mesi di anticipo rispetto all’apertura delle urne vere e proprie. Tempi minimi, a ben vedere, per le liturgia del fu partito regione, che ha impiegato sei mesi soltanto per completare i suoi organigrammi dopo un congresso che ha incoronato il sindaco di Picerno Giovanni Lettieri come nuovo segretario regionale. Pur in assenza anche di un solo candidato rivale.

Se si dovesse andare oltre, pertanto, non resterebbe che l’ipotesi di un candidato governatorescelto a tavolino, che 5 anni fa non si è rivelata delle più felici.

Altro aspetto della questione che pare destinato a ad animare i sostenitori del “blitz”, ovvero dell’anticipazione quanto più possibile del voto delle regionali, riguarda poi la possibilità di una rivincita per i “delusi” dallo scrutinio. O di rilancio per i vincitori. Con la candidatura alle europee o alle comunali di Potenza di quanti dovessero ritenere di non avere avuto abbastanza dalle prime consultazioni.

Cinque anni fa fu il leader di Basilicata Possibile, Valerio Tramutoli, ad aprire la strada a questa possibilità, sfiorando l’elezione a sindaco di Potenza dopo un ottimo risultato alle regionali, che comunque non gli consentì di entrare nel parlamentino lucano. Una strada che di qui a giugno anche altri potrebbero pensare di percorrere, con maggiore fortuna, verso il municipio del capoluogo, se non addirittura l’aula di Strasburgo. A destra come a sinistra.

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