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POTENZA – Intervenire subito sulla Sanità in Basilicata che rischia il collasso, già nel corso della settimana, per evitare ai pazienti le prestazioni sanitarie a pagamento e scongiurare una crisi anche delle strutture sanitarie private. È questo il messaggio lanciato ieri mattina agli amministratori regionali dalla neo costituita “Unità di crisi sanitaria” della Basilicata.

Le richieste dell’unità di crisi

«La revoca delle deliberazioni della Giunta regionale della Regione Basilicata n. 481/2022 e n. 482/2022, recanti la determinazione dei tetti di spesa per la specialistica ambulatoriale; l’immediato pagamento delle prestazioni erogate dalle 68 strutture (i pagamenti sono fermi ad aprile); la ridefinizione dei tetti di spesa da parte della Regione Basilicata attraverso la consultazione delle associazioni di categoria e dei soggetti portatori di interessi diffusi, attraverso un’intesa da sottoscrivere prima di ferragosto».

Sono queste le richieste principali formulate dall’Unità di crisi sanitaria illustrate ieri, 9 agosto 2022, in una conferenza stampa tenutasi nella Sala B del Consiglio regionale, a Potenza.

All’incontro hanno partecipato Michele Cataldi e Maristella D’Alessandro, insieme a rappresentanti di strutture e di associazioni di categoria, tra le quali Sanità Futura (rappresentata da Giuseppe Demarzio) e Aspat Basilicata (Antonia Losacco) e i consiglieri regionali Mario Polese e Luca Braia.

«Le conseguenze degli atti della Giunta – è stato detto dai promotori dell’iniziativa – sono particolarmente pesanti sui pazienti e sulle strutture. In sintesi determinano il blocco di tutte le attività; la disdetta di appuntamenti visite-prestazioni già calendarizzati; l’interruzione di cure; l’impossibilità a prendere nuovi appuntamenti per contribuire ad abbattere le liste di attesa che ammontano a circa 220 mila prestazioni».

Sanità al collasso in Basilicata, gli interfenti di Cataldi e D’Alessandro

Cataldi e D’Alessandro, nei loro inteventi, hanno ricordato anche «gli impegni che il presidente della Regione Vito Bardi Bardi e l’assessore alla Salute Francesco Fanelli (accompagnato dal direttore generale Del Corso) hanno assunto la scorsa settimana nell’incontro con tutte le associazioni di categoria che nel giro di un’ora dalla conclusione dell’incontro hanno approvato un documento condiviso come sollecitato dai rappresentanti della Regione».

«Si tratta adesso – hanno evidenziato dall’Unità di crisi – di procedere speditamente verso la soluzione delle problematiche urgenti in modo da non interrompere prestazioni e servizi». In proposito, hanno sottolineato che «si prefigurerebbe una situazione di interruzione di pubblico servizio con conseguente intervento di rappresentanti dello Stato».

Sanità della Basilicata al Collasso: evitare una “vera e propria sventura”

L’Unità di crisi prevede «da un lato, che si debba contribuire a evitare una vera e propria sventura, con danni irreparabili, che si abbatterebbe su pazienti e strutture e, dall’altro, che si riconquisti un confronto produttivo tra Regione e associazioni di categoria. Di qui la necessità di mettere in “sicurezza” la continuità assistenziale fino al 31 dicembre 2022 e al contempo la predisposizione di un tavolo tecnico, aperto alle associazioni, che si occupi di pianificare le attività per il prossimo triennio (2023-2025)».

Nell’incontro con i rappresentanti della stampa «è stato contestato il riferimento al 2014 per determinare i tetti di spesa, molto lontano dall’attuale situazione di fabbisogno specie dopo la pandemia e riferito che da 8 anni il contenzioso tra strutture e Regione segna la bocciatura da Tar e Consiglio di Stato di tutte le delibere di Giunta specie per il ritardo nella determinazione dei tetti».

Per Demarzio (Sanità futura) e Losacco (Aspat) «le associazioni di categoria dopo aver interpretato il profondo malessere delle strutture associate sono fortemente impegnate a sostenere la vertenza, tenuto conto che la specialistica ambulatoriale può e deve continuare a svolgere un ruolo fondamentale per la salute delle persone. Per questo la scelta del confronto e della trasparenza sono un metodo irrinunciabile».

Si attende ora un segnale concreto da parte della Regione. Il 5 agosto scorso, al termine di un incontro con le associazioni era stato lo stesso governatore a offrire «massima disponibilità verso le strutture sanitarie private, che erogano prestazioni fondamentali per i cittadini. Siamo pronti a trovare nuove risorse, anche nell’ottica dell’abbattimento delle liste di attesa».

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