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Vito Bardi

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Caos sanità privata, Bardi ci mette la faccia: «Pronti a tutelare i pazienti»

POTENZA – «Massima apertura sia sul pregresso che su quanto già stanziato nel 2023» per remunerare le prestazioni erogate in convenzione con la Regione dalle strutture sanitarie private lucane. Ma se il blocco nell’erogazione di queste prestazioni dovesse proseguire l’amministrazione di via Verrastro metterà «in campo ogni tipo di azione per tutelare i pazienti lucani e la tenuta del servizio sanitario regionale».

E’ la classica strategia del bastone e della carota quella inaugurata, ieri, dal governatore Vito Bardi per far fronte ai disservizi scatenati dalla “serrata” avviata il 1 gennaio dalla sanità privata.

Con la decisione di negare ai cittadini le prestazioni in convenzione col sistema sanitario regionale in attesa di delucidazioni sul pagamento di quelle erogate nel 2022 in eccesso rispetto ai tetti di spesa fissati ad agosto, e sull’auspicato incremento dei tetti di spesa del 2023. Un atto di protesta senza precedenti, quello dei privati, che sta provocando non pochi disagi ai tanti cittadini lucani che quotidianamente si rivolgevano alle strutture convenzionate per svariate esigenze. Dalle costose sedute di fisioterapia, che da sole rappresentano il grosso della spesa regionale e molti non sarebbero in grado di permettersi senza la copertura economica pubblica, ad analisi di laboratorio di ogni tipo, che le strutture pubbliche non sarebbero in grado di assorbire senza allungare oltremodo le liste d’attesa e costringere gli utenti a gravosi spostamenti.

Ieri il governatore ha incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli, e il suo capo dipartimento, Francesco Bortolan, per fare il punto della situazione. A margine della riunione, quindi, è stata diffusa una nota dall’ufficio stampa di via Verrastro in cui si conferma la disponibilità al confronto con gli operatori nell’incontro già fissato per domani, 11 gennaio, ma si addebitano agli stessi i disservizi patiti dai cittadini in questi giorni e un vero e proprio attentato alla «tenuta del sistema sanitario regionale». Accuse pesanti, a ben vedere, che nell’eventualità di un mancato accordo, domani, potrebbero sfociare persino in una denuncia per interruzione di pubblico servizio, con quanto ne consegue in termini di decadenza delle convenzioni in essere tra la Regione e le strutture in rivolta.

Nel fodero del governatore Bardi, però, vi sarebbe anche un’altra freccia pronta a essere scoccata se la protesta degli operatori della sanità privata non dovesse rientrare nel giro di qualche ora. Ovvero la possibile indizione di una gara regionale per la distribuzione tra gli operatori privati della spesa per le prestazioni che il sistema sanitario regionale non riesce a erogare in proprio. Gara che potrebbe essere aperta anche a operatori che non sono già accreditati col servizio sanitario regionale ma lo sarebbero al termine della procedura. Un richiamo irresistibile, insomma, per imprenditori di fuori regione che rappresentano un vero e proprio spauracchio per i titolari delle strutture già attive in Basilicata. Non a caso da qualche giorno in via Verrastro circola con insistenza la voce di un possibile interessamento a un’espansione in regione del “re delle cliniche romane”, nonché editore di Libero, Il Tempo e altri quotidiani dell’Italia centrale, Antonio Angelucci, rieletto a settembre per il suo quarto mandato parlamentare con la Lega.

«Vogliamo chiudere una fase di conflittualità che non fa bene ai pazienti, ai lavoratori e nemmeno alle imprese – in particolar modo le più piccole – e soprattutto vogliamo evitare che quanto stiamo assistendo in questi giorni possa ripetersi in futuro». Queste le parole del leghista Fanelli a margine dell’incontro di Bardi.

«Serve la collaborazione da parte di tutti, da parte della regione ci sono le risorse e la totale disponibilità al dialogo», ha sottolineato ancora l’assessore e vicepresidente della giunta regionale. Nella nota diffusa ieri dall’ufficio stampa di via Verrastro è stato dedicato un ultimo passaggio anche alla «programmazione», replicando a quanti hanno individuato nella sua mancanza la vera causa della crisi esplosa nei giorni scorsi della stessa.

«Nei giorni del 26 e del 27 gennaio – hanno spiegato dalla Regione – ci sarà l’anticipazione della bozza del nuovo piano sanitario, che sarà illustrata dal Direttore generale di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr), Domenico Mantoan e che vedrà la convocazione di tutti i consiglieri regionali, i parlamentari lucani, i sindaci, gli stakeholders, le associazioni e le parti sociali interessate. Successivamente, si terrà una riunione ad hoc con i medici di medicina generale, per un approfondimento dedicato, dato il loro ruolo cruciale sul territorio». «Aggiungiamo un’altra tappa di confronto verso la definizione del nuovo piano sanitario regionale». Ha concluso Bardi. «Lo vogliamo costruire insieme, con Agenas e con i territori e tutte le forze territoriali che sono protagoniste del Servizio sanitario regionale. E’ un lavoro lungo che richiederà poi il contributo di idee e di proposte da parte di tutti».

Porte aperte, in altri termini, a chi sostiene che la «concertazione» possa migliorare un provvedimento di questo tipo. Altra risposta alle critiche rivolte più spesso all’amministrazione regionale, accusata, soprattutto dai sindacati, di sottovalutare l’importanza del confronto con le parti sociali.

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