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POTENZA – Sul concorso per dirigenti alla Regione Basilicata, le organizzazioni chiedono lumi ma soprattutto «vigileranno perché siano rispettati puntualmente gli obblighi normativi». È quanto fanno sapere in un comunicato Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fedirets area Direr.

«Da mesi ormai si è in attesa di conoscere le sorti ma soprattutto i contenuti del “concorsone” in Regione Basilicata per l’assunzione di 18 dirigenti, approvato, annunciato pubblicamente ma poi mai realmente indetto – scrivono i sindacati -. Nel frattempo si è assistito a un andirivieni di atti in Giunta regionale, proposte messe all’ordine del giorno, discusse, rinviate, riproposte, riapprovate e poi revocate senza che la parte pubblica, nonostante le richieste pure avanzate in tal senso, abbia mai inteso fornire informazioni quanto meno di orientamento circa un’importante manovra concorsuale che investe sia le sorti della capacità di funzionamento dell’ente, con un organico ormai ridotto al lumicino, sia le legittime aspettative del personale interno che da anni attende improbabili evoluzioni di carriera».

I sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fedirets spiegano poi di aver «tentato di ottenere maggiori dettagli dalla delegazione trattante regionale, nella preoccupazione che si perseveri nell’intento, svelato dal primo bando poi ritirato, di creare surrettiziamente aree, la cui natura e origine giuridica resta invece sconosciuta, all’interno delle quali far confluire peculiari lauree, indicate autonomamente in assenza di una fonte normativa e/o regolamentare che predetermini criteri di scelta e attribuisca tale potere o facoltà a un qualche organismo a ciò legittimato».

CONCORSO DIRIGENTI REGIONE BASILICATA, L’AUSPICIO DEI SINDACATI

In proposito, sottolineano le organizzazioni sindacali, «ci si augura che non sia stata dimenticata la vigenza della normativa nazionale, regionale e contrattuale che definisce la dirigenza come ordinata in un’unica qualifica e in un unico profilo professionale e che del pari non sfugga come l’odierna organizzazione regionale non contempli mai, in alcuno dei suoi atti, strutture richiedenti specifiche professionalità che possano giustificare la previsione, nel bando di concorso, di una specifica laurea escludendone un’altra».

«Un simile approccio, oltre che illegittimo – prosegue la nota -, rischierebbe di pilotare ex ante gli esiti concorsuali estromettendo e mortificando la qualificata platea di interni che da anni portano avanti con sacrificio lavoro e impegni sempre più insostenibili. Come si auspica pure che sia garantita la praticabilità della riserva di posti al personale interno e che sia altrettanto chiaro e trasparente il criterio di utilizzo delle graduatorie nel quadro della programmazione dei posti disponibili. Non può sfuggire infatti come – allo stato della vigente normativa – sia indispensabile, l’individuazione preventiva dei fabbisogni per profili professionali previsti dal contratto collettivo, anche in considerazione degli impegni in materia di attuazione del Pnrr, e che tutto questo debba trovare una necessaria armonizzazione all’interno del Piao, non ancora redatto né approvato, senza il quale quindi l’Amministrazione non solo non può assumere ma neppure indire concorsi».

Di qui la vigilanza delle sigle sindacali «perché siano rispettati puntualmente gli obblighi normativi, anche al fine di scongiurare che un bando concorsuale così atteso possa rivelarsi un frettoloso annuncio elettorale destinato a fallire miseramente».

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