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Dei cinghiali

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Agricoltori sul piede di guerra per la vicenda cinghiali, sollecitata a Bardi la nomina di un assessore e un piano di contrasto

POTENZA – L’agricoltura lucana è da tempo senza assessore e, dopo i periti agrari, anche la Cia-agricoltori sollecita il presidente Vito Bardi a sbloccare la situazione. O quantomeno a intervenire in prima persona per ridurre le criticità. L’ultima, in ordine di tempo, quella dell’emergenza cinghiali.

«Il governatore Bardi – che da cinque mesi continua a gestire ad interim il settore Politiche agricole – senza ulteriori indugi attivi il piano di contrasto, gestione e controllo dei cinghiali nella nostra regione – scrive infatti il Comitato esecutivo di Cia-agricoltori -, tanto più dopo la nuova normativa nazionale che ha introdotto nuove misure di gestione della fauna selvatica demandando compiti e funzioni alle Regioni».

L’ALLARME CINGHIALI LANCIATO DALLA CIA AGRICOLTORI A BARDI E ALLA REGIONE BASILICATA

Cia-agricoltori, in una nota, spiega che «continua a raccogliere segnalazioni da agricoltori dalla Montagna Potentina, Marmo-Melandro, Val d’Agri, Senisese, Collina Materana sino al Metapontino. Nessuna area è immune da danni e aggressioni alle colture e alle produzioni con valori incalcolabili. Situazione ancor più complicata – aggiunge – in particolare nel settore zootecnico che oltre la totale distruzione di interi areali in particolare di mais e foraggi deve sottostare a forme speculative per l’approvvigionamento del bestiame. Siamo difronte – evidenzia la Cia – a veri e propri drammi economici in particolare nelle aree interne e montane con livelli di abbandono o ridimensionamenti delle attività agricole e di allevamento mai registrati nel corso degli ultimi decenni nella nostra Regione».

Il Comitato esecutivo di Cia-agricoltori prosegue: «Alle aggressioni e alle perdite di prodotti si devono aggiungere forme di speculazioni di mercato in quanto in molti casi è persino difficile approvvigionarsi da terzi e quando ciò avviene i costi sono esorbitanti in particolare per le materie e prodotti per alimentare bestiame. Se a tutto questo aggiungiamo i danni provocati a mezzi e auto oltre a diffusi e imprevedibili pericoli che in ogni comune e territorio possono manifestarsi e il potenziale rischio di natura sanitaria appare del tutto evidente che sia il caso di procedere a misure d’emergenza. Quelle stesse misure concordate in precedenza al Tavolo verde e bloccate da mesi al Dipartimento Politiche agricole».

«Siamo difronte a criticità che vanno concretamente affrontate e risolte – conclude il Comitato esecutivo di Cia agricoltori -. Il settore agricolo merita attenzione e rispetto, essendo un comparto utile e centrale nella nostra società; per questa ragione servono atti e cose concrete; basta con i propositi e i rinvii».

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