X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – E’ una corsa contro il tempo. E dopo l’ondata di critiche il Comune cerca di metterci una pezza. Il “caro mensa” ha indignato un po’ tutti, anche quelli che vedono di buon occhio l’attuale maggioranza. Sono giorni di incontri tra vari uffici e assessorati per studiare come far abbassare la retta.
«Stiamo lavorando su due fronti – ci ha detto l’assessore alla Pubblica istruzione Alessandra Sagarese – Il primo riguarda il rivedere i parametri Isee. Non è giusto che chi ha un Isee di 12.000 euro, paghi la stessa cifra di uno che ne ha 50.000. Ma soprattutto stiamo studiando misure compensative. Un po’ come è successo lo scorso anno quando il costo era lo stesso e l’amministrazione si è fatto carico di una quota. Credo che entro pochi giorni potremmo dare una risposta definitiva sulla questione».


Chiaramente per chi ha fatto i versamenti, nel caso in cui l’amministrazione trovi la soluzione, potrebbero esserci delle novit.
Il ragionamento dell’amministrazione è semplice: chi paga oggi facendo riferimento agli attuali costi, si può ritrovare con dei pasti in più qualora ci fosse l’intervento del Comune.


Sia Sagarese che il sindaco Guarente hanno voluto precisare, in riferimento alle dichiarazioni dell’opposizione che «i consiglieri comunali erano perfettamente a conoscenza del fatto che il costo del pasto fosse di 6.00 già dall’anno scolastico precedente».
L’assessore Sagarese spiega infatti che lei stessa ha avuto modo di informarli partecipando a più commissioni consiliari nel corso delle quali si affrontò il tema: «Sono andata a relazionare più volte nella commissione consiliare competente». Entrambi infine dichiarano come: «sia stucchevole che alcuni ritengano, per esclusivi politici, di stigmatizzare un procedimento amministrativo del quale le Commissioni competenti, in cui tutti i consiglieri sono ampiamente rappresentati, erano a completa conoscenza, e non si adoperino per superare le criticità, ma attacchino l’operato di una Amministrazione che dovrebbe lavorare tutta unita per il bene dei cittadini». E anche se il Comune sta cercando una soluzione, le polemiche non si sono attenuate. Anzi.
L’Adoc per bocca del suo presidente Canio D’Andrea, ha chiesto un immediato incontro con il Comune per affrontare la questione. «E’ un costo esorbitante – spiega quest’ultimo – Le considerazioni sono sostanzialmente di tre tipi: quanto incidono sul costo gli alimenti; quali sono le condizioni contrattuali stipulate con la ditta fornitrice del servizio; qual è il costo del servizio in altre realtà». D’Andrea entra poi nello specifico della questione: «Prendendo a base di calcolo i costi della mensa pubblicati sul sito del Comune di Potenza si rileva che per i tre scaglioni (menù piccolo, medio e grande) i costi massimi sono rispettivamente 4,04 euro; 4,51euro e 4,70 euro. Applicando il calcolo revisionale previsto dal Capitolato porta i costi massimi rispettivamente a 4,13; 4,61 e 4,80 euro».

«La sproporzione è notevole, stiamo parlando di un aumento che sfiora il 45% rispetto a quello dovuto. A questo aumento ci sono due possibili spiegazioni: la prima spiegazione potrebbe essere che il Comune di Potenza ha sbagliato clamorosamente i calcoli dimenticando, oltretutto, che ha stabilito tre fasce di prezzo a cui far riferimento; la seconda spiegazione potrebbe essere che ha lasciato l’onere dei calcoli alla ditta fornitrice del servizio con tutte le conseguenze immaginabili». Il presidente dell’Adoc poi prende a esempio le tariffe del comune di Matera dove la quota massima riferita a un Isee di 18.000 euro (a Potenza la quota massima si calcola su un Isee di 12.000 euro) è di 4,65 euro a pasto (a Potenza è 6,24). A parità di Isee (cioè 12.000 euro) a Matera la retta massima è di 3,75 euro a fronte egli oltre 6 euro di Potenza. Secondo l’Adoc: « al Comune di Potenza si sono sbagliati nel calcolo dell’aggiornamento contrattuale, hanno fatto scelte politiche scellerate riducendo al limite Isee alla soglia di povertà per applicare il prezzo massimo per il servizio mensa e, in più, non hanno attivato la procedura di gara ormai scaduta da anni».

Intanto si è formato un comitato di genitori che scenderà in piazza lunedì alle 10 in piazza Matteotti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE