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POTENZA – Il pm Chiara Guerriero ha chiesto il rinvio a giudizio di 9 persone per il crollo, a luglio del 2018, del terrapieno a monte di un’area di cantiere all’inizio di viale dell’Unicef, a Potenza, che ha messo a rischio la stabilità di una palazzina sovrastante. Palazzina, in cui vivevano 18 famiglie costrette in fretta e furia ad abbandonare gli appartamenti e a restarvi fuori fino all’ultimazione della messa in sicurezza dell’area.


Si tratta di Generoso “Genì” Donofrio, amministratore della Cismi srl, che era l’impresa appaltatrice dei a lavori pr la costruzione di una nuova palazzina tra via Roma e via Palmanova; Canio Santarsiero, progettista dei lavori; Paolo Mancusi, direttore dei lavori; Francesco Galasso, rappresentante del cantiere; Maria Di Maggio e Raffaele Palese, subappaltatori dei lavori; Giuseppe Scavone, amministratore dell’omonima ditta di movimento terra; Michelangelo Greco, capo della squadra dei Vigili del fuoco, e Luciano Giova, tecnico del Comune di Potenza.


Per loro l’accusa è di crollo di costruzioni, per cui rischiano una condanna da 1 a 5 anni di reclusione. Per aver provocato il cedimento «di un preesistente muro di cemento armato prospiciente e sottostante il condominio ubicato ai civici 1 e 3 della limitrofa via Maratea, nonché il crollo di una nuova struttura di paratia in fase di realizzazione. Muro e paratia che «sovrastavano lo scavo realizzato dall’impresa esecutrice dei lavori di movimento terra».
Il pm contesta a Donofrio, Santarsiero, Mancusi, Galasso, Di Maggio, Palese e Scavone, in particolare: l’«errata progettazione dell’opera», ovvero della «paratia per sostenere il terrapieno a monte e realizzare in sicurezza lo scavo del terreno a valle». Ma anche l’errata «esecuzione» dell’opera stessa, la «negligente supervisione dei lavori in corso», e la «sottovalutazione dei segnali di pericolo denunciati dagli abitanti del condominio di via Maratea e consistenti in crepe e lesioni apertesi nel muro successivamente crollato, nei terreni e sull’asfalto sovrastanti l’area del cantiere».


A Greco e Giosa, invece, viene contestato di «avere omesso, ad esito del sopralluogo effettuato il 29 luglio 2018, di attivare tutte le procedure necessarie per mettere in sicurezza l’area ed evitare il pericolo per l’incolumità pubblica derivante dall’imminente crollo».
Donofrio è accusato anche di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, per cui rischia «l’arresto fino a tre mesi» o un’ammenda fino a 206 euro, perché: «in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società Cismi srl committente dei lavori (…) non osservava l’ordinanza sindacale numero 62 del 2 agosto 2018, notificata in pari data (…) contenente l’ordine di mettere in sicurezza il fronte a valle del fabbricato sito in Via Maratea».


Gli stessi Donofrio, Snatarsiero, Mancusi, Galasso Di Maggio, Palese e Scanone, infine, sono imputati per violazione delle norme del testo unico in materia di edilizia in tema di autorizzazione all’inizio dei lavori, che è un accusa per cui rischiano un’ammenda «da euro 206 a euro 10.329». Questo perché «realizzavano presso il cantiere edile ubicato in Potenza in via Roma-via Palmanova due paratie di presidio (…) che non trovano riscontro nel progetto depositato alla Regione Basilicata, Ufficio sifesa del suolo (…) e, dunque, senza preventiva autorizzazione sismica».

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