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LAGONEGRO – A Lagonegro sale la tensione tra i gruppi di opposizione e la maggioranza, tanto da richiedere anche l’intervento dei carabinieri, per una riunione sull’ospedale alla quale martedì scorso avrebbero dovuto partecipare anche l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, e il direttore generale dell’azienda ospedaliera San Carlo, Giuseppe Spera.


La riunione è stata spostata ad oggi pomeriggio, nella sala consiliare, secondo quanto riferito dalla sindaca Maria Di Lascio, su richiesta di Leone «a causa della convocazione urgente da parte del presidente Bardi della seduta di giunta regionale». Tuttavia, i consiglieri di minoranza, martedì, si erano recati al Municipio per incontrare ugualmente i cittadini e gli operatori.


«La settimana scorsa abbiamo fatto una richiesta per avere la sala il 5 di ottobre per incontrare il coordinamento e gli operatori, per ascoltarli – ha osservato Antonio Brigante, capogruppo di “Cantiere Lagonegro” – ma lunedì scorso la sindaca si è furbescamente inventata questo altro incontro con Leone e Spera, nello stesso giorno e alla stessa ora, per impedire avvenisse il nostro. Noi eravamo pronti a incontrare Leone e Spera, ma, nel momento in cui la sindaca ci ha comunicato il rinvio, avremmo comunque voluto sentire cosa avessero da dire gli operatori proprio in funzione della successiva riunione di oggi, di cui siamo venuti a conoscenza tramite i social».


Anche le dichiarazioni di Giovanni Santarsenio, capogruppo di “Lagonegro-Bene Comune”, sono sulla stessa falsa riga. «Per mano della presidente Mango ieri si è sotterrata la storia democratica di Lagonegro, siamo stati identificati alla stregua di criminali, per la sola volontà di discutere dei problemi dell’ospedale di Lagonegro – ci ha detto Santarsenio – e il tutto è aggravato dalla circostanza che, alla stessa ora e nello stesso luogo, doveva tenersi una manifestazione pubblica annunciata da giorni. Se la Mango è in buona fede renda pubblica la comunicazione, ai sensi del testo unico sulle norme di pubblica sicurezza, per la riunione con l’assessore Leone poi rinviata. Se questo documento non esiste allora è chiaro che si è trattato di un teatrino delle marionette ai danni della comunità di Lagonegro».


La prima cittadina, ha invece affermato su Facebook come «le minoranze» abbiamo «cercato di escludere la maggioranza», ma, «al fine di rendere proficuo il confronto con i cittadini, coinvolgendo tutti i gruppi consiliari», è stata ritenuta utile «la partecipazione dell’assessore Leone e del dg Spera» per «un tema che non deve essere utilizzato in maniera divisiva». Sulla vicenda è stata interpellata anche Federica Mango, presidente del consiglio comunale.

«Erano stati tutti informati del rinvio – ha sottolineato la presidente – e, martedì scorso a mezzogiorno, mi è arrivata una nota, con cui mi si chiedeva una risposta celere circa l’autorizzazione all’uso della sala consiliare e alla quale non ho risposto poiché non me la sentivo, né potevo farlo subito: d’altronde non sono la segretaria di qualcuno. Non mi aspettavo l’irruzione all’interno del Palazzo di Città, tra l’altro, in spregio della disciplina anti-covid, e ho detto ai carabinieri presenti che quell’incontro non era stato autorizzato. La nostra riunione era stata organizzata nel pieno rispetto delle norme e con l’invio delle comunicazioni, che sono protocollate e la sindaca le ha anche pubblicate. Quella odierna è aperta a tutti, a differenza della sceneggiata fatta dalla minoranza a discapito dei cittadini inconsapevoli: infatti noi parliamo di Consiglio e non di maggioranza».

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