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La sede della provincia di Potenza

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«DA quanto si apprende dagli organi di stampa alcuni personaggi erano particolarmente impegnati a mettere nel famoso “ventilatore” fango e altro materiale puzzolente, sporcandosi piacevolmente le mani, pur di ottenere vantaggi personali. Tra questi personaggi, sempre stando alle notizie riportate dai giornali, anche il giornalista che avrebbe dovuto occuparsi, in seno alla Provincia di Potenza come responsabile della comunicazione, di far brillare l’immagine dell’ente, di promuoverla al meglio, di garantire trasparenza e imparzialità».

È quanto dichiarato, ieri, dal consigliere regionale M5s, Gianni Leggieri, tornando sull’inchiesta per cui da martedì sono agli arresti domiciliari, tra gli altri, l’ex sindaco di Ruoti, Angelo Salinardi, e l’ex consigliere regiona, e attuale il responsabile dell’ufficio stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione, con l’accusa di aver messo in moto una vera e propria «macchina del fango» contro l’attuale prima cittadina, Anna Maria Scalise, tramite «prove false, accuse pretestuose, e meschine diffamazioni».

«A questo punto – ha aggiunto Leggieri (M5s) mi attendo una presa di posizione chiara, senza tentennamenti, da parte del presidente della Provincia di Potenza, chiuso in un imbarazzante e pusillanime silenzio. Così come spero che l’Ordine dei giornalisti della Basilicata, per fortuna ancora rappresentato da validi e scrupolosi professionisti, avvii una riflessione interna ed esterna in merito alla qualità dell’informazione che i lucani hanno diritto di ricevere e a chi è impegnato in prima linea a farla. Stessa cosa auspico che accada nell’Associazione della Stampa di Basilicata, sentinella dei diritti di chi fa informazione ma anche di chi ne è destinatario, impegnata, tra le varie cose, a difendere la sacralità dell’articolo 21 della Costituzione».

«Apprendere che un giornalista – ha aggiunto il consigliere M5s – si prestava a redigere comunicati stampa, ad origliare, a guardare dal buco della serratura, per conto di chi aveva avviato la macchina del fango è di una gravità inaudita, così come apprendere che il medesimo giornalista si prestava ad altre operazioni ed attività. Nulla a che fare con il giornalismo e la comunicazione istituzionale. Il presidente della Provincia di Potenza cosa dice in merito? Come ne esce l’immagine di un ente così importante e ancora sentito molto vicino dai cittadini? Come ricostruirà l’immagine della Provincia di Potenza e con chi, dopo questa inchiesta (non la prima ad interessare il noto comunicatore)? Il solito giornalista, da quanto apprendiamo dalla stampa, era un habitué degli uffici dell’ex Prefetto di Potenza: tale circostanza rattrista e preoccupa. Aveva il tempo di occuparsi della comunicazione della Provincia di Potenza o prediligeva le pubbliche relazioni – non richieste – e fare altro, compresa la scrittura di post su Facebook tanto demenziali quanto sgrammaticati (una vera onta per chi si impegna a fare vero giornalismo)? Spero davvero che venga fatta chiarezza e che il presidente della Provincia di Potenza intervenga quanto prima. Il suo silenzio è intollerabile. Il danno arrecato all’Ente che presiede e ai lucani è enorme».

Sul caso di Ruoti ieri sono intervenute anche la segretaria regionale della Fials Luciana Bellitti, e la commissaria pari opportunità della regione Basilicata nonché segretaria provinciale Fials, Angela Lavalle, esprimendo il loro «sostegno e la più forte solidarietà» a Scalise, «costretta a subire una insistita e violenta campagna intimidatoria fatta di minacce, pressioni, attività diffamatorie volte a impedirle di svolgere le funzioni istituzionali a cui è stata chiamata dalla libera scelta della sua comunità».

«Particolarmente grave – prosegue la nota diffusa dalla segreteria regionale del sindacato autonomo – è il fatto che ad essere accusati di queste gravi prevaricazioni siano uomini che da decenni hanno ricoperto ruoli istituzionali importanti. A prescindere dalle loro effettive responsabilità penali, che saranno definite nell’ambito del procedimento giudiziario, tocca richiamare l’attenzione a una maggiore vigilanza collettiva sulla trasparenza nella pubblica amministrazione e sulla necessità di una svolta potente sulla questione dei rapporti di genere».

«Ancora recentemente – conclude la nota della Fials – il nostro sindacato ha dovuto denunciare le distrazioni e i ritardi di un’Azienda sanitaria nell’attuazione delle dovute azioni positive sul fronte delle garanzie di genere».

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