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L’auto che ha investito e ucciso Fabio Tucciariello era guidata da Salvatore Laspagnoletta, tra gli arrestati

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POTENZA – Ventisei arresti. Con accuse pesantissime, specie per Salvatore Laspagnoletta, accusato di “omicidio volontario, lesioni aggravate e commesse in occasione o a causa di manifestazioni sportive o durante i trasferimenti da o verso i luoghi in cui esse si svolgono”. La posizione del trentenne impiegato in un pastificio di Melfi è pesantissima, la sua reazione all’aggressione premeditata, subita da parte dei tifosi della Vultur Rionero domenica pomeriggio (LEGGI LA NOTIZIA), è stata definita dal procuratore capo di Potenza “spropositata”.
Con la sua Fiat Punto, ha investito Fabio Tucciariello, 39 anni di Rionero, che per l’impatto col parabrezza è morto sul colpo. E’ stato questo l’esito fatale, folle, inimmaginabile di un “agguato posto in essere con violenza tribale da parte dei tifosi del Rionero verso quelli del Melfi”, ha detto Curcio che ha quindi confermato le accuse a danno dei restanti 25 arrestati, tutti di fede bianconera rionerese. Tutti giovani di massimo 30 anni. Tutti tratti in arresto con altre accuse pesantissime: violenza privata, detenzione aggravata di oggetti contundenti, lesioni consumate e lesioni tentate. Un bilancio a dir poco unico e che rappresenta l’adeguata reazione dello Stato a una barbarie incalcolabile.
I FATTI – Gli inquirenti della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica hanno ricostruito nei minimi particolari quanto accaduto nel giorno dedicato alla partite del calcio regionale, intorno alle 13,30 sulla bretella parallela alla superstrada Basentana, allo scalo di Vaglio.
I tifosi della Vultur Rionero, raccolti in sei van da nove posti ciascuno, hanno atteso l’arrivo di una colonna composta da cinque auto della tifoseria del Melfi che dovevano attraversare quel tratto di strada per avvicinarsi al paese di Tolve, dove era in programma la loro gara di campionato. Presenza assolutamente ingiustificata, dal momento che la squadra rionerese era invece impegnata da tutt’altra parte, a 50 chilometri di distanza, in direzione Nord, opposta quindi, a Brienza.
LA PREMEDITAZIONE – E’ questo l’elemento principale che ha indirizzato la procura a muovere l’accusa specifica della premeditazione all’assalto, anche in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate in sede di interrogatorio dai fermati. Secondo elemento: le armi. Sono state sequestrate vari bastoni di plastica, un tirapugni e alcune mazze ricurve sulla punta, addirittura un crick e fumogeni, ulteriormente rinvenuti dalla Polizia allo scalo di Vaglio, con l’aiuto dei Vigili del Fuoco ieri.
BAMBINO A BORDO – Nel primo mezzo della colonna aggredita, viaggiava un bambino di 10 anni. Ed anche questo è un elemento che induce a convincersi che le due tifoserie non si erano certo date un appunamento per “regolare i conti”. Erano cinque le auto con i tifosi del Melfi, la prima è transitata senza alcun ostacolo davanti al piazzale dove si erano riuniti gli assalitori, alcuni dei quali a volto coperto e armati di bastoni; il transito della seconda è stato più problematico in quanto la corsia era stata già parzialmente invasa da più di trenta uomini, ma l’autista ha trovato il modo di schivare persone e i colpi inferti; la terza, la Fiat Punto guidata da Laspagnoletta, ha proseguito la sua corsa a velocità sostenuta colpendo quattro persone; la quarta e la quinta vettura, attardate di qualche metro, hanno avuto la prontezza di arrestare la marcia, invertirla e scappare nella direzione opposta.
I FERMI – A distanza di poco più di un chilometro le tre auto sono state fermate dalla Polizia stradale e da un’altra pattuglia che era in servizio di presidio del territorio. L’intervento del 118 sull’uomo riverso a terra è stato inutile, mentre il personale della Polizia tratteneva tutti i presenti sul luogo. Al termine di interrogatori che si sono protratti per 14 ore sono stati tratti tutti e 26 in arresto e rinchiusi non solo nei carceri della regione, insufficienti per capienza, ma anche in quelli di regioni limitrofe. Ed è ben chiaro che la lista non è finita qui.

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