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Il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca

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Telesca annuncia il primo atto formale per i terreni per la nuova piscina olimpionica a Potenza: inviata alla Regione la richiesta per la Cip Zoo. Ma l’opposizione continua a lanciare l’allarme per possibili problematiche ambientali


E’ STATA presentata ufficialmente martedì la richiesta alla Regione Basilicata del diritto di superficie su parte dell’ex Cip Zoo. Lì dove l’amministrazione comunale vorrebbe portare avanti il progetto di una nuova piscina olimpionica. Abbandonando il sito già acquisito dalla vecchia amministrazione sotto il ponte Nove Luci.
Lo ha annunciato, ieri, il sindaco Vincenzo Telesca in persona, replicando a un’interrogazione a meno di una settimana dal consiglio comunale straordinario sul tema.
Telesca ha anche spiegato che la richiesta riguarda solo un ettaro e mezzo di superficie, rispetto agli 8 ettari complessivi dell’area dell’ex suinicola lucana.

Dai banchi dell’opposizione, quindi, è tornato a mostrarsi scettico dell’idea di una ricollocazione del progetto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Antonio Vigilante, già assessore della vecchia giunta comunale di centrodestra.
Vigilante ha rilanciato anche i timori, emersi già in occasione del consiglio comunale straordinario, di possibile sorprese ambientali nei terreni individuati.
Laddove dovesse emergere lo stoccaggio nel terreno di rifiuti speciali, tipo carcasse di animali, infatti, i tempi per la caratterizzazione e la bonifica potrebbero compromettere in maniera irrimediabile il rispetto del cronoprogramma.

A indicare le scadenze da rispettare, sempre nell’aula del consiglio comunale, era stato la scorsa settimana l’assessore regionale alle Attività produttive Franco Cupparo, citando il cronoprogramma dell’opera inserita negli accordi stipulati nel 2023 dalla premier Giorgia Meloni e dal governatore Vito Bardi.

«Entro la fine del 2025», quindi, andrà ultimato il progetto da porre a base di gara. Entro la stessa data Cupparo ha spiegato che andrebbe anche avviata l’esecuzione dell’opera, ma in questo caso, in caso di differimento di qualche mese, non si rischierebbero penalizzazioni. Perché l’importante è chiudere la progettazione, per riuscire a spendere entro il 31 dicembre 2026 un milione mezzo di lavori, e poi altri 3milioni e 700 mila euro entro dicembre del 2027 e così via. Per chiudere il tutto a dicembre 2029 e non più a dicembre 2030 come era previsto nel cronoprogramma iniziale.

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