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POTENZA – E’ agli arresti domiciliari da questa mattina il noto avvocato potentino Raffaele De Bonis.

L’anziano legale ultraottentenne è accusato di aver corrotto un sottufficiale della Guardia di finanza, Paolo D’apolito (a sua volta ai domiciliari), ricompensandolo con 10mila euro per avergli fornito informazioni sulla situazione patrimoniale di alcuni imprenditori, già a processo per appropriazione indebita ai suoi danni, oltre che della figlia, accedendo a una serie di banche dati riservate.

Nell’inchiesta, condotta dagli agenti della Squadra mobile di Potenza, si ipotizza anche un traffico di influenze tra De Bonis e Biagio Di Lascio (sempre ai domiciliari), già segretario dell’ex governatore Pd della Regione, Marcello Pittella, che invece ha subito una perquisizione e risulta indagato a piede libero.

A carico di Di Lascio c’è una presunta mazzetta da 25mila euro per agevolare la pratica in Regione di una ditta, assistita da De Bonis.

In una nota diffusa in tarda mattina dal procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, si evidenzia che De Bonis “oltre alla normale attività di assistenza legale nelle fasi contenziose”, sarebbe diventato “il referente e il tramite con le pubbliche amministrazioni di una vasta cordata di imprenditori”.

Barozzi, in particolare, si sarebbe rivolto a lui “per i diversi “affari” da portare a termine in Basilicata e non solo”, dopo aver già ottenuto con la Cobar “un appalto di circa 100 milioni di euro”.

Gli inquirenti si sono concentrati sulla realizzazione dello Schema idrico Basento Tronco di Acerenza affidato alla Cobar, e le vicissitudini legate allo “sblocco” dei pagamenti dei lavori in variante al progetto iniziale, “che effettivamente si realizzava proprio in seguito all’intervento di Biagio Di Lascio, di Marcello Pittella e di altri soggetti”.

“In tale contesto e proprio in occasione dei contatti finalizzati a sbloccare la pratica della Cobar – prosegue il procuratore -, è stata documentata, anche visivamente, la consegna di 25mila euro in contanti da parte dell’avvocato Raffaele De Bonis e Biagio Di Lascio (asseritamente per sostenere la campagna elettorale di Pittella)”.

Quanto al finanziere D’Apolito, “responsabile del delicatissimo ufficio informazioni della Guardia di finanza din Basilicata”, l’accusa è di aver venduto “stabilmente al co-indagato De Bonis la sua funzione pubblica e in particolare atti e informazioni riservater relative sia all’attività d’intelligence svolta dal suo ufficio, sia ad indagini giudiziarie in corso, sia tratte dalla banche dati in uso al Corpo”.

Tra i capi d’imputazione, però, si accenna anche a una possibile attività di dossieraggio in campagna elettorale ai danni del neo governatore lucano Vito Bardi, eletto a fine marzo ma già vicecomandante in seconda proprio delle Fiamme gialle, che sarebbe stato oggetto di una serie di attività di osservazione e controllo nella sua residenza di Filiano per conto di un non meglio identificato “generale”. Attività a cui De Bonis sarebbe stato del tutto estraneo.

Nella nota diffusa dalla Procura si parla di un “primo e iniziale filone d’indagine” per “corruzione, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze illecite” di una “più vasta indagine (ancora in pieno svolgimento) riguardante estese, reiterate ed illecite collusioni fra pubbliche amministrazioni, professionisti e imprenditori in Basilicata”. Quindi si rende noto che in mattinata sono state effettuate anche perquisizioni nei confronti di altri indagati oltre a quelli destinatari delle 3 ordinanze di arresti domiciliari.

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